Un 41enne neritino, sottufficiale dell’Esercito, dovrà passare per le aule di giustizia. Secondo i suoi accusatori, quando era in malattia si recava in palestra non solo per allenarsi ma anche per fare l’istruttore. E per questo motivo è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare il processo.
Lo ha deciso il gup Marcello Rizzo al termine l’udienza preliminare. L’uomo, in servizio a Bari, era stato segnalato con un esposto (a quanto pare di suoi colleghi superiori di grado) a fronte delle numerose assenze dal lavoro registrate a cavallo di due anni. Troppi certificati medici che documentavano periodi di malattia, utili per assentarsi dal servizio. Gli accertamenti sono stati disposti dal sostituto procuratore Francesca Miglietta. Una serie di controlli che avrebbero appurato come l’uomo, quando era in malattia dal lavoro, si recasse presso una nota palestra della zona per allenarsi ed allenare, poiché esperto di arti marziali.
Il pubblico ministero ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del sottufficiale che dovrà affrontare il processo a marzo. Il militare è difeso dall’avvocato Salvatore Falconieri che ha presentato elementi a discolpa del suo assistito.
La storia conobbe gli onori delle cronache perché il sottufficiale venne, in un primo momento, indagato dalla magistratura penale militare e sottoposto a perquisizione. Successivamente, su istanza del legale, la questione venne invece rinviata al tribunale ordinario. Quali saranno le armi “di difesa” dell’indagato? Sicuramente il suo curriculum che ha visto, negli anni, diverse missioni all’estero per le quali ha ricevuto molti encomi. Ma anche nel merito la questione sarà affrontata portando in giudizio i certificati medici che, evidentemente, sono stati riscontrati da chi doveva effettuare i controlli sugli stessi certificando la tipologia della malattia.