Una «mostra nella mostra» dove preziose opere sacre, fra dipinti, pianete e calici, si fondono alla genialità orafa del designer Gianni De Benedittis, fondatore del brand «futuroRemoto». Termina il primo dicembre, l’imperdibile viaggio alla scoperta della Pinacoteca d’Arte Francescana «Roberto Caracciolo» dei Frati Minori a Lecce, uno scrigno di rara bellezza custodito all’interno del convento di Sant’Antonio a Fulgenzio.
Una cinquantina di gioielli altamente visionari realizzati da De Benedittis, appartenenti alle nuove collezioni primavera-estate 2020, «Carnivorous» e «Bacterium» (proposte alla Jewelry Week di Milano), risplendono, nell’eleganza prospettica di pareti rosso porpora, in teche che sfilano senza soluzione di continuità nelle otto sale tematiche e in uno dei corridoi della Pinacoteca. Collane, anelli, bracciali, tutti in argento e oro, disegnati in 3D e tempestati di pietre preziose, dagli echi fortemente legati alla difesa dell’ambiente si integrano in modo perfetto - sorprendente, per alcuni versi, ai paramenti liturgici e quadri, che vanno dal XVI secolo al Novecento, firmati da Padre Raffaello Pantaloni (a cui si deve la decorazione della chiesa di Sant’Antonio a Fulgenzio), Giuseppe de Ribera Oronzo Tiso, Gianserio Strafella, Serafino Elmo. Nel mezzo, le immaginifiche sculture di Ezechiele Leandro.
Gioiello fra i gioielli è il Crocifisso anatomico in cera, anonimo di scuola napoletana del XVIII secolo, con le sue interiora visibili e riprodotte al dettaglio, che vogliono rimarcare l’umanità di Cristo. Quest’opera, accolta nella sala denominata «Cappella», ha avvolto con la sua spiritualità l’estro creativo dell’artista gioielliere che deciso di riprodurla in piccola scala, con la croce nera, la figura del Cristo modellata in oro e le interiora smaltate. I mini-prototipi sono custoditi in una piccola teca posta accanto al Gesù. «Quando l’ho vista - spiega il designer - ero accompagnato da fra Antonio Mattia, ogni cosa intorno a me è scomparsa, siamo rimasti da solo io e lei a intrecciare un dialogo fitto e intimo». Da qui è scaturito il suo progetto finalizzato a finanziare il recupero del Crocifisso anatomico che inevitabilmente evidenzia i segni del tempo.
La Pinacoteca, va sottolineato, è luogo tenuto in modo mirabile dai Frati Minori. Nata nel 1968 grazie a Padre Egidio De Tommaso, da tre anni è diretta da fra Paolo Quaranta, con Elvino Politi, responsabile dei servizi della Pinacoteca e curatore del catalogo. «Non sembri strana questa unione tra arte francescana e gioielli, che rappresentano un bene di lusso - annota fra Paolo - perché gli oggetti realizzati da Gianni De Benedittis lanciano un messaggio importante sul pessimo uso che viene fatto della natura, a cominciare dai colpi terribili inferti dalla plastica sulla terra e nei mari. Ora, seguendo l’insegnamento dell’ultima Enciclica di Papa Francesco, diciamo con fermezza che noi siamo solo depositari del mondo in cui viviamo ed è nostro compito valorizzare questo patrimonio donatoci da Dio e trasmetterlo quanto più integro possibile alle future generazioni».
L’allestimento della «mostra nella mostra» è di Fausto Poli e Cristina Tomada. «Ogni passo del percorso - precisa Poli, di stanza tra Lecce e Milano - è stato creato in modo leggero e delicato nel più assoluto rispetto del luogo. In particolare, segnaliamo il lungo corridoio dedicato alla collezione “Bacterium”, dove ogni teca rende omaggio agli Oceani (Pacifico, Atlantico, Indiano e Artico) ed i gioielli sono immersi nell’acqua ricca di bollicine, una metafora che indica quanto l’esistenza di ossigeno sia fondamentale per la distruzione dei batteri».
Nell’ultima sala del museo, il visitatore incontra la scultura in ferro di Alice Mocellin Einaudi: «Il mondo è appeso a un filo». Il globo terrestre realizzato in ferro dall’artista, che vive tra Milano e Venezia, accoglie plastica violata, estratta dall’uomo. «Sono onorata che la mia opera sia accanto a quelle di Leandro - osserva - un autore salentino che ammiro molto per la sua capacità ferina e terrestre di guardare il suo (e nostro) mondo».
La «mostra nella mostra», realizzata in collaborazione con Villa Iris, potrà essere visitata dalle 9.30 alle 12 e dalle 16 alle 20.30; il ricavato del biglietto d’ingresso viene devoluto al sostentamento della Pinacoteca.