Circola sempre più droga tra i ragazzini del Salento: dopo l’alcol e i cannabinoidi, riflettori puntati sull’assunzione di cocaina nelle fasce adolescenziali.
È quanto emerso da un vertice a porte chiuse che si è tenuto nelle sale della prefettura di Lecce. Si è riunito infatti nella mattinata di ieri, negli uffici di via XXV Luglio, il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che ha acceso i riflettori sul fenomeno. Il prefetto Maria Teresa Cucinotta ha invitato i 14 dirigenti scolastici degli istituti secondari del capoluogo leccese per un confronto aperto alla presenza delle forze dell’ordine.
Hanno infatti partecipato il questore Andrea Valentino, i comandanti provinciali di Arma dei carabinieri e guardia di finanza, i colonnelli Paolo Dembech e Luigi Carbone e il capo della polizia locale, il colonnello Donato Zacheo.
Ma la novità dell’incontro, questa volta, è stata anche la partecipazione di un dirigente della Asl, Salvatore Della Bona, a capo del Serd (ex Sert) il Servizio che cura le dipendenze, il quale ha affiancato il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Vincenzo Melilli.
Tutto il gruppo di lavoro d’accordo sulla necessita di fare fronte comune nella lotta al fenomeno dello spaccio e dell’uso di sostanze. «Registriamo un interesse in aumento da parte dei ragazzini verso le nuove droghe, cosiddette psicostimolanti. In tanti si avvicinano da piccoli alla cocaina senza riuscire a tornare indietro», avverte Della Bona. Si parla addirittura di 14enni che cominciano a familiarizzare con le droghe pesanti.
Un dato allarmante su cui ha puntato l’attenzione il prefetto Cucinotta: «Abbiamo a disposizione dei dati chiari, che fanno riferimento a un abbassamento della soglia d’età della prima assunzione. Vi sono casi di consumo di droghe fin dall’età delle scuola media», avvisa la numero uno di via XXV Luglio.
«Faremo subito il punto sulla situazione assieme ai dirigenti scolastici e all’Ufficio prevenzione della Asl per elaborare nuove collaborazioni tra istituzioni e mondo della scuola». Fare rete, dunque, come unica opportunità di soluzione e di controllo sociale sulle fasce d’età considerate a rischio. Gli agenti di polizia locale, già da tempo, hanno avviato un’attività di servizio denominata non a caso “Scuole sicure”. Si tratta di una serie di misure, tra cui anche perquisizioni e controlli, per disincentivare lo spaccio all’uscita degli istituti superiori. Ma fondamentale, ribadiscono all’unisono, è la collaborazione non soltanto delle forze dell’ordine e dei docenti scolastici, dai quali spesso partono le prime segnalazioni. Ciò che si rivela fondamentale nella lotta al consumo di droghe è l’apporto delle stesse famiglie d’origine.
Non a caso, i primi input sulle scrivanie del Tribunale dei minori e degli ambulatori sanitari giungono proprio dai genitori di ragazzini sorpresi a consumare stupefacenti.