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Xylella in Salento, bruciano gli ulivi malati: devastato anche il paesaggio

 
Redazione online

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ulivo secco, xylella

La beffa: «Per ogni rogo di alberi si sprecano pure 300 litri d’acqua»

Venerdì 23 Agosto 2019, 10:43

10:52

LECCE - Ben 70 interventi dei vigili del fuoco nel solo mese di luglio per sedare gli incendi di ulivi scoppiati in provincia di Lecce. Una corsa febbrile anche per ragioni di sicurezza nelle aree rurali del Salento che ha visto andare in fumo 1.300 ulivi, specie nel Sud Salento.

Sono numeri diffusi da Coldiretti Puglia sulla base dei dati forniti dal comando provinciale dei vigili del fuoco. Agli interventi effettuati dai caschi rossi vanno sommati quelli della Protezione Civile che ha spento il rogo in un mese di 900 ulivi solo a Ugento, solo quelli di confine per arrestare gli incendi e non farli propagare nelle campagne vicine, mentre in pieno campo non riescono ad intervenire per scarsità di mezzi, spiega Coldiretti.
«Sono migliaia gli ulivi bruciati da maggio ad oggi in provinciale di Lecce nei campi abbandonati con gli alberi ormai secchi e morti per la Xylella, con un rilevante problema sicurezza nelle campagne abbandonate e piene di erbe infestanti secche», denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. «Quanto sta accadendo in provincia di Lecce è vergognoso – aggiunge – perché oltre ad aver subito un danno incalcolabile al patrimonio olivicolo, gli agricoltori non riescono ancora ad espiantare e reimpiantare».

Secondo Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Lecce, «la vastità e numerosità degli incendi non è gestibile con gli scarsi mezzi ordinari che vigili del fuoco e protezione civile hanno a disposizione. È una situazione fuori controllo con il paesaggio lunare del Salento, dove campeggiano ulivi ormai morti da anni, che si sta trasformando nel girone dantesco dell’inferno, dove le fiamme divampano per colpa dell’abbandono in cui versano i campi pieni di sterpaglie e infestanti secche, riducendo gli ulivi in torce gigantesche». Per non parlare dell’ennesima beffa: «Per intervenire su un singolo albero andato a fuoco servono circa 300 litri d’acqua». Uno spreco che grida vendetta.
Gli agricoltori chiedono, da anni, interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti. È impensabile che, ottenuto il Decreto Emergenze che consente gli espianti, ora sia la volta di cavilli burocratici che impediscono il reimpianto. A distanza di sei anni dal primo ulivo infetto su cui è stata conclamata la presenza della malattia – chiosa Cantele – gli agricoltori salentini sono ancora ingabbiati e abbandonati al loro destino e ogni giorno al danno si aggiunge un’altra beffa».

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