Risarcimenti di decine di migliaia di euro. La “buca” costa cara, anzi carissima, al Comune. Tra qualche giorno sarà convocato il Consiglio comunale per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, quegli esborsi di denaro che non sono prevedibili dall’ente perché “conosciuti” solo in seguito a sentenze che vedono il Comune soccombente. In genere è una sentenza, notificata a conclusione di un lungo contenzioso, a mettere la massima assise cittadina nella condizione obbligata di “riconoscere” il debito e di, immediatamente, pagarlo. Questo succederà a giorni con una serie di situazioni che porteranno ad un notevole esborso: tre sentenze, in particolare, comporteranno che l’uscita dalle casse superi ben 72mila euro. Un fatto in particolare merita di essere raccontato perché rappresenta la conseguenza del cattivo mantenimento delle strade cittadine e fa il paio con i costanti tentativi di ogni Amministrazione comunale di tenere in buono stato l’asfalto o il basolato del centro storico.
In questo caso, infatti, il tribunale di Lecce ha condannato il Comune di Nardò al pagamento di quasi 57mila euro a titolo di danno non patrimoniale oltre interessi legali e quella di 3.537 euro a titolo di danno patrimoniale. A ciò va aggiunta anche la condanna a pagare Fulvio Pedone, l’avvocato della donna che ebbe l’incidente, e sono altri 7.795 euro oltre le canoniche spese. Il Consiglio comunale riconoscerà 50mila euro pari alla franchigia della polizza assicurativa. In totale, come si è visto, la sentenza del giudice Katia Pinto condanna il Comune di Nardò a pagare una somma che probabilmente supererà 70mila euro. Tutto per una caduta. Ecco, infatti, quello che accadde davanti alla chiesa di Sant’Antonio dove “neppure l’adozione delle migliori cautele da parte dell’attento pedone avrebbe potuto evitare il rischio di caduta, insito e prossimo in ogni porzione del lastricato in questione”. La donna, infatti, all’epoca dei fatti nemmeno sessantenne, cadde all’uscita della messa, poco dopo mezzogiorno a causa del grave dissesto del piano di calpestio della piazza. Incappava, infatti, in una buca che non era transennata né segnalata. La donna riportò la frattura del femore della gamba destra e poco dopo venne operata. Il legale della donna chiese circa 105mila euro che poi sono stati ridotti nel dispositivo di sentenza. Resta comunque una “botta” notevole per le casse comunali.