NOVOLI - Iniziano, con l’intronizzazione della statua, i festeggiamenti religiosi in onore di Sant’Antonio Abate che culmineranno il 16 gennaio con la processione e con l’accensione della fòcara. Si accende la festa, ma si riaffacciano i tanti creditori della Fondazione Fòcara di Novoli. Tanti e per diverse centinaia di migliaia di euro, tutte per attività culturali e professionali svolte nelle passate edizioni della festa di Sant’Antonio Abate di Novoli, fino allo scorso anno gestita dalla Fondazione, commissariata dopo la disastrosa gestione. Fondazione quest’anno assente dall’organizzazione, affidata a un protocollo sottoscritto tra Comune, commissariato dal maggio scorso, Pro Loco e Comitato Festa patronale.
«Da oltre due anni – si legge nella lunga lettera inviata dai creditori - numerosi fornitori, artisti e lavoratori, creditori a vario titolo della Fondazione Fòcara di Novoli, attendono pazientemente il pagamento delle loro competenze. Un’attesa finora garbata e silenziosa, ma sin qui rimasta priva di riscontro da parte delle istituzioni coinvolte nell’iniziativa, prima fra tutte la Regione Puglia». Ed è proprio l’annunciato intervento della Regione, che ha finanziato con 50 mila euro l’evento per garantire i festeggiamenti tradizionali, a scatenare la reazione. Un intervento che, secondo le aziende interessate, «in realtà andrà a ricalcare, o proverà a farlo, in tutto e per tutto il format degli anni passati, nel contempo aggirando l’ostacolo rappresentato dalla Fondazione Fòcara». Una lettera, inviata alla vigilia dei festeggiamenti, che manifesta «tutto il malcontento per essere stati messi in grave difficoltà dai mancati pagamenti determinati della mala gestio, peraltro impunita, delle ultime edizioni, avallata da una totale assenza delle istituzioni e della Regione Puglia in primis, che oggi rimangono indifferenti e si prestano anzi a sostenere azioni di aggiramento (o raggiro) delle ragioni dei numerosi creditori insoddisfatti».
Quindi, oltre a lamentare una manovra, percepita come beffa che, si legge, «potrà risultare corretta sotto il profilo formale ma si presenta come inaccettabile e ingiustificabile da un punto di vista etico e morale», gli scriventi sollecitano con determinazione e fermezza un incontro per aprire finalmente un confronto sulle possibili soluzioni.
Per chiudere, un ulteriore punto sollevato dalle aziende creditrici: «vorremo comprendere il motivo per il quale le scriventi aziende non siano state richieste della loro opera nell’edizione 2019 – sottolineano - quantomeno in considerazione dei diritti già maturati e a parziale ristoro della pazienza e della tolleranza sin qui dimostrata a fronte del mancato pagamento del lavoro svolto negli anni passati».