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Tap, il cantiere resta sequestrato
Costa: giovedì decide il Governo

 
linda cappello

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Tap, il cantiere resta sequestratoCosta: giovedì decide il Governo

Confermati i sigilli al cluster 5, l'area di 4 ettari dove furono espiantati 477 ulivi. I lavori in quel tratto non possono continuare

Martedì 23 Ottobre 2018, 07:30

17:16

MELENDUGNO (LECCE) - Il cantiere Tap resta sotto sequestro. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce Cinzia Vergine ha firmato un’ordinanza in cui rigetta la richiesta di dissequestro avanzata dalla multinazionale. Il cantiere in località «Le Paesane» è stato sottoposto a sequestro probatorio il 27 aprile scorso. Si tratta, in particolare, di un’area di circa quattro ettari, nel cosiddetto «cluster 5», un pezzo del più ampio tracciato del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline (Tap) che, una volta approdato lungo la costa nord di San Foca, si estenderà per circa otto chilometri all’interno del territorio di Melendugno. Di fatto, finché persiste il sequestro, i lavori di quel tratto non potranno proseguire.

Nel «cluster 5» Tap aveva espiantato 477 ulivi per poter procedere alla posa di un tratto di condotta: subito dopo arrivarono i sigilli disposti dal procuratore capo Leonardo Leone De Castris e dal sostituto Valeria Farina Valaori per presunte violazioni alle prescrizioni previste nel decreto di Valutazione di impatto ambientale.

Intanto il ministro dell'Ambiente, Costa, ha annunciato che entro giovedì arriverà la decisione del Governo. «Sto preparando un dossier per il Premier Conte» ha detto il ministro riferendosi alle integrazioni presentate alcuni giorni fa dal sindaco di Melendugno. Tuttavia ci ha tenuto a precisare, senza fatti nuovi e clamorose illegittimità, la procedura andrà avanti.

Dall’altra parte dell’Adriatico, l’Albania guarda con molto interesse alle decisioni del governo gialloverde in tema di Gasdotto Trans-Adriatico (Tap). Lì - stando al sito ufficiale (www.tap-ag.it) - il territorio ospiterà 215 dei complessivi 773 chilometri di tubo (da 1,2 metri di diametro nella parte emersa e da 0,91 metri nella parte sottomarina). E sono così a buon punto che, proprio un paio di giorni fa, sono iniziati i lavori della condotta sommersa, che fornirà all’Europa - via Italia, Albania e Grecia - il metano proveniente dai giacimenti azeri

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