Il Consiglio dei Ministri approva il piano regolatore della città vecchia di Bari: con questa notizia si apre «La Gazzetta del Mezzogiorno» del 13 ottobre 1931. «Allo scopo di dare una sistemazione igienico-edilizia alla parte vecchia della città, rimasta nettamente distinta dai nuovi quartieri», si legge sul quotidiano, «erano stati affidati lo studio e la compilazione del relativo progetto di piano regolatore ad una Commissione di esperti, la quale si è ispirata al concetto di riallacciare il vecchio quartiere con la parte più moderna dell’abitato, di valorizzare i monumenti e il loro caratteristico ambiente edilizio e di migliorare le condizioni igienico-sociali della zona».
Si tratta del “Piano regolatore e diradamento edilizio della città vecchia” redatto da Concezio Petrucci, riprodotto nella sua integrità nelle pagine interne della «Gazzetta», che segue i numerosi tentativi bocciati negli anni precedenti dalla Commissione edilizia dell’Amministrazione comunale e dalla Sovrintendenza ai Monumenti. Il progetto di Forcignanò e Palmiotto, datato 1926, prevedeva in particolare la quasi totale distruzione dell’antico abitato, fatta eccezione per il Castello, la Cattedrale, San Nicola e il complesso di San Pietro, incastonati all’interno di una rigida scacchiera, che richiamava la configurazione del borgo nuovo. Petrucci, docente di Edilizia urbana ed arte dei giardini alla Scuola di Architettura di Firenze, è stato chiamato da Araldo di Crollalanza, ministro dei Lavori Pubblici ed ex podestà di Bari, a dirigere la Sezione Edilizia del Comune e a risolvere il problema del collegamento delle due anime della città.
«Non è completamente ingiustificato il detto che il corso Vittorio Emanuele segna quasi il confine di due mondi e di due civiltà. Non v’è dunque chi non veda la necessità di riavvicinare questi due mondi, stabilendo tra loro più armonici rapporti. E ciò bisogna fare senza togliere all’antico le sue buone caratteristiche, mettendo anzi in evidenza i suoi aspetti più suggestivi, migliorando le condizioni di vita e valorizzandone i monumenti». Annuncia trionfante il cronista della «Gazzetta»: «Il problema del risanamento della città vecchia, i cui studi furono iniziati sin dal 1852, può finalmente considerarsi integralmente e definitivamente risolto».
Il piano Petrucci, dunque, prevede la realizzazione di due grandi arterie: un prolungamento di via Vittorio Veneto – l’attuale via Sparano – verso il porto nuovo e una strada trasversale tra il porto vecchio ed il Castello. L’attuazione del piano di diradamento, a causa delle difficoltà economiche del Comune e al successivo scoppio della guerra, non verrà mai portata a compimento.
















