Lunedì 08 Settembre 2025 | 01:21

Unabomber colpisce ancora: ragazzo perde 2 dita

 

Sabato 06 Maggio 2006, 15:56

02 Febbraio 2016, 19:26

VENEZIA - Si profila sempre più certa l'ombra di Unabomber sul misterioso episodio accaduto in mattina a lungo la spiaggia di Porto Santa Margherita vicino a Caorle (Venezia). Un giovane di 28 anni stava passeggiando sulla spiaggia e, secondo quanto si è appreso, ha raccolto una bottiglia vista tra gli scogli. La bottiglia è esplosa con violenza investendo la mano del giovane e tranciandogli due dita. Il ragazzo è stato trasportato immediatamente all'ospedale di Caorle ma sarà presto trasferito in una struttura più grande e attrezzata. Nel frattempo sono accorsi sul posto polizia e carabinieri, attivata anche la squadra interforze che si occupa da qualche anno solo di Unabomber, il misterioso bombarolo che da oltre dieci anni funesta il Nord Est con piccolo attentati che non hanno mai ucciso ma che hanno quasi sempre provocato ferite, anche gravi, alle sue vittime.
L'esplosione sulla spiaggia, secondo quanto riferito, è stata udita da numerose persone che già adesso affollano la spiaggia di Porto Santa Margherita.

PM: IPOTESI UNABOMBER CONSISTENTE
E' molto consistente l'ipotesi che l'esplosione avvenuta stamane a Santa Margherita di Caorle (Venezia) sia opera di Unabomber. Lo rileva il procuratore di Venezia Vittorio Borraccetti, indicando che bisogna comunque attendere l'esito dell'esame dell'ordigno che è in corso.
La firma di Unabomber, in sostanza, ha rilevato «è una ipotesi di lavoro molto consistente».
Borraccetti ha ribadito che sta aspettando gli esiti degli accertamenti in corso, ma che riguardo alla possibile ipotesi Unabomber «a prima vista sembrerebbe di sì».
Sul posto dell'esplosione, oltre alla task force da tempo operante per smascherare l'anonimo attentatore che da più di dieci anni semina terrore nell'area tra il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, sono operanti anche gli agenti della polizia scientifica e i Ris dei carabinieri.
Un primo esito degli esami potrebbe arrivare già nelle prossime ore. «E' stata attivata la procedura del caso» ha confermato Borraccetti.

UNABOMBER, IL MOSTRO IMPRENDIBILE
L'ombra di Unabomber sulla bottiglia esplosiva scoppiata a Santa Margherita di Caorle in provincia di Venezia che ha ferito alle dita un ragazzo. Per il momento si tratta solo di un'ipotesi al vaglio degli investigatori, ma il luogo dove è stato trovato l'ordigno, tra il fiume Livenza e la spiaggia di Porto Santa Margherita, l'innesco, le modalità dell'accaduto inevitabilmente fanno temere che l'incubo del Nord Est sia tornato.
E' da quasi 12 anni che l'invisibile "bombarolo" terrorizza Veneto e Friuli Venezia Giulia. Per dargli la caccia da tre anni è scesa in campo una task force di superesperti, che nello scorso febbraio sembrava essere arrivata a una svolta. Che però si è risolta in un nulla di fatto. Per qualcuno il primo attentato "Unabomber" lo compie nel settembre 1978, quando, a Pordenone, l'esplosione di una radiolina manomessa costa a un operaio la perdita di una mano. Poi, a fine autunno 1988, sempre a Pordenone, un bambino resta ferito agli occhi nelle scuole elementari Gabelli maneggiando una pila esplosiva.
Ancora un'esplosione nello stile del bombarolo del Nordest, nel 1993, vicino alla questura di Pordenone e poi un'altra l'8 dicembre dello stesso anno a Portogruaro. Ma è il 21 agosto del 1994 l'esordio "ufficiale" di "Unabomber", alla "Sagra degli osei" di Sacile, ancora una volta in provincia di Pordenone, dove esplode un cilindro metallico riempito di polvere da sparo e biglie di acciaio. E questa volta i feriti sono tre.

'96, NEL MIRINO DEL BOMBAROLO LE SPIAGGE AFFOLLATE DI TURISTI
Dopo quattro mesi, il 17 dicembre, il secondo tubo-bomba, davanti alla Standa di Pordenone, e il giorno seguente una nuova esplosione, questa volta davanti alla chiesa di Aviano, ancora in provincia di Pordenone. In entrambi i casi però gli ordigni non fanno feriti.
Una pausa di pochi mesi, fino al 5 marzo del 1995, quando arrivano altri due tubi-bomba ad Azzano Decimo, sempre in provincia di Pordenone. L'esplosione anticipa di poco la sfilata dei carri mascherati, ma fortunatamente non provoca feriti. Il "mostro" torna a farsi vivo, il 30 settembre del 1995, questa volta a Pordenone.
Nel 1996 "Unabomber" dirotta l'attenzione sulle spiagge veneto-friulane. Il 4 agosto del '96 un tubo-bomba esplode a Lignano (Udine) e ferisce gravemente un turista di Domodossola, Roberto Curcio di 33 anni. Qualche giorno dopo un secondo tubo-bomba viene scoperto anche a Bibione (Venezia).
Altri ordigni vengono trovati in varie località delle due regioni. Il 6 luglio del 2000 un'esplosione sulla spiaggia di Lignano provoca un ferito: si tratta di Giorgio Novelli, carabiniere bolognese in pensione.
Nell'autunno del 2000 "Unabomber" passa ai supermercati. E' il 31 ottobre quando un cliente del "Continente" di Portogruaro, Giorgio Mandelli, scopre dell'esplosivo in una confezione di uova acquistata al supermercato: gli artificieri lo disinnescano senza conseguenze.

2001, DONNA FERITA GRAVEMENTE AL CIMITERO DI MOTTA LIVENZA
Il 7 novembre, poi, "Unabomber" ci riprova, sempre al supermercato "Continente", con un tubetto di pomodoro che ferisce Nadia Ross, trentasettenne di Cordignano, provocandole la perdita della mano sinistra, e, ancora, il 18 novembre, con un esplosivo in un tubetto di maionese. Questa volta però l'ordigno non scoppia. Seguono alcuni mesi di silenzio.
E' il 2 novembre del 2001 quando il folle torna a farsi vivo con l'attentato più crudele, al cimitero di Motta di Livenza (Treviso), nel quale Annita Buosi, 63 anni, perde alcune dita della mano destra e riporta lesioni gravissime agli occhi.
Il 23 luglio 2002 scoppia un barattolo di Nutella acquistato a l'iper "Standa" di Porcia (Pordenone) da Pamela Martinello, 35 anni, originaria di Canelli in provincia di Asti. E' la prima volta che Unabomber focalizza la sua attenzione su oggetti destinati ai bambini.
Anche se questa volta, ad aprire il barattolo, sarà la donna. Nessuna conseguenza per lei.
Il 24 dicembre del 2002 una bomba esplode nel Duomo di Cordenons, durante la messa di Natale.

IL 25 APRILE 2003 FERISCE GRAVEMENTE UNA BIMBA
Il 25 marzo 2003, dopo esattamente tre mesi, il bombarolo torna a colpire. Scoppia un ordigno collocato in un bagno del secondo piano del Tribunale di Pordenone. La bomba, fornita di timer, esplode intorno alle 12.15. Era nascosta nello sciacquone di una toilette maschile del secondo piano destinata al pubblico.
Per fortuna, quando c'è la deflagrazione nel bagno non c'è nessuno, e l'ordigno causa solo lievi danni. Dopo l'esplosione il Tribunale viene setacciato dalle forze dell'ordine ed evacuato per alcune ore, fintanto che non è terminata la bonifica. Si passano al setaccio le riprese delle telecamere. Ma non emerge alcun elemento utile.
Il 25 aprile del 2003, a un mese esatto dall'attentanto del Tribunale, "Unabomber" torna a farsi vivo. Sul greto del fiume Piave, in una giornata di festa, quando la zona è assaltata di famiglie che trascorrono il pomeriggio al primo sole, "Unabomber" lascia uno dei suoi ordigni in terra. E' contenuto all'interno di un evidenziatore colorato.

DOPO QUASI DUE ANNI DI SILENZIO, TORNA A COLPIRE IL 26 GENNAIO 2005
E' una vera e propria esca per i bambini. Una bimba di otto anni lo raccoglie. Rimarrà gravemente ferita ad un occhio e alla mano. Sarà operata, nel maggio dello stesso anno, all'ospedale di Anversa. Dopo un delicatissimo intervento chirurgico riesce però a recuperare in maniera minima la vista.
Poi, dopo quasi due anni di silenzio, il bombarolo torna a colpire il 26 gennaio di quest'anno, quando a Treviso uno scolaro prende a calci un ovetto di plastica pieno di esplosivo. Ma lo scoppio non provoca fortunatamente feriti. Quasi un mese dopo, il 25 febbraio, le indagini sembrano a essere a una nuova svolta: ci sono sei persone sospette e il cerchio si stringe intorno a due fratelli veneti, un ingegnere areonautico e un bancario, esperti di armi, le cui abitazioni vengono perquisite. Il 26 febbraio 2005 l'appello del procuratore Ennio Fortuna: "Consegnati o ti prenderemo".
Poi, il 13 marzo successivo un ordigno collocato in una candela elettrica esplode al momento dell'accensione del cero durante la messa domenicale che si stava celebrando nel duomo di Motta di Livenza. Due i feriti, una donna di 34 anni, ricoverata per una ferita allo zigomo e poi dimessa in giornata, e una bambina colpita gravemente a una mano e più lievemente a un occhio. La bimba avrebbe potuto perdere tre dita e parte del palmo della mano sinistra, ma un intervento chirurgico eseguito con successo nell'ospedale di Pordenone scongiura il rischio.
Quindi, il 9 luglio 2005, "Unabomber" torna a colpire a Portogruaro, in provincia di Venezia, senza fare vittime. Il bombarolo nasconde un ordigno sotto la sella della bicicletta di una ragazza, che lo fa cadere quando ci sale su. A trovarlo, poco dopo, è un passante, che, insospettito da quell'oggetto misterioso, allerta la polizia ferroviaria. Poi, più nulla. Fino, forse, a oggi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)