Pisanu, però, ha sottolineato che «nessuno spazio può essere lasciato a reazioni aberranti, al di fuori della legge».
«Chi entra in Italia violando la legge - prosegue il ministro dell'Interno - difficilmente sfugge ai circuiti perversi del lavoro nero, della manovalanza criminale o della delinquenza di strada». Per questo motivo, «le dimensioni e la pericolosità del fenomeno non ammettono tregua nell'azione di contrasto, così come, d'altra parte, la sua complessità esclude semplificazioni illusorie».
Precisato ciò, il ministro ribadisce che nessuna forma di giustizia "privata" è concepibile. «Nessuno spazio - spiega riferendosi a quanto avvenuto il giorno dopo l'omicidio del barista - a reazioni aberranti, al di fuori della legge». Quanto accaduto a Varese dunque, «deve far riflettere - secondo il ministro - tutti coloro che, in un modo o nell'altro, nelle istituzioni e nelle piazze, si oppongono a qualsiasi forma di contrasto o anche solo di controllo dell'immigrazione clandestina».
«Assecondare questa tendenza - conclude Pisanu - significa esporre le comunità locali a rischi crescenti di illegalità, creando anche le premesse per manifestazioni di intolleranza, razzismo e xenofobia che nessun paese civile può ammettere».