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Pena ridotta per l'assassino Jucker

 

Martedì 18 Gennaio 2005, 15:50

15 Maggio 2025, 20:16

MILANO - I giudici della Prima Sezione Penale della Corte d'Assise d'Appello hanno accolto la richiesta di patteggiamento che proponeva una pena a 16 anni di reclusione per Ruggero Jucker. La proposta è stata presa d'accordo con la Procura generale rappresentata per il secondo grado dal sostituto Annamaria Caruso.
I giudici non hanno inoltre accolto le richieste di parte civile di portare a 3milioni di euro il risarcimento. L'imputato aveva già versato 1.280.000 euro dopo la sentenza di primo grado. Una somma ritenuta congrua dal Gup Salvini, che in primo grado aveva condannato l'uomo a 30 anni di reclusione. La famiglia non si vedrà quindi risarcire nessuna cifra ulteriore e dovrà accettare la richiesta di patteggiamento accolta oggi dai giudici.
Soddisfatti i legali della difesa Raffaele Della Valle e Massimo Pellicciotta.

L'OMICIDIO
Ruggero Jucker il 20 luglio del 2002 uccise con 22 coltellate la giovane fidanzata Alenja Bortolotto (26 ani) prima di uscire in strada e gridare «sono Bin Laden» ed essere arrestato. In primo grado venne condannato a 30 anni di reclusione.
Oggi le aggravanti sarebbero state riconosciute equivalenti alle attenuanti e l'omicidio da «aggravato» derubricato in omicidio semplice punito con 24 anni di reclusione, ridotti di un terzo (16 anni) grazie al rito abbreviato.
L'omicidio avvenne alle 4,30 del mattino in via Corridoni 41, nella casa in centro a Milano di Jucker. Ad avvertire i carabinieri dell'omicidio, i vicini di casa che sentirono delle grida provenire dall'appartamento del 36enne ristoratore, incensurato, rampollo di una nota famiglia dell'imprenditoria lombarda. L'uomo si consegnò ai militari in apparente stato di shock. Al primo interrogatorio confessò senza però riuscire a motivare il proprio gesto. Il processo di primo grado si aprì il 3 luglio del 2003 e si concluse il 24 ottobre con la condanna per Jucker a 30 anni di reclusione.

«LA PENA POTEVA ESSERE ULTERIORMENTE RIDOTTA»
«Ci pare una sentenza giusta ed equa che risponde ai principi stabiliti dal legislatore». E' questo il primo commento degli avvocati Raffaele Della Valle e Massimo Pellicciotta, difensori di Ruggero Jucker. «Crediamo - hanno proseguito i due legali - che risponda agli interessi della collettività e, a nostro giudizio, la pena ci sembra essere anche eccessiva e poteva essere ulteriormente ridotta».
A chi ha fatto notare che Ruggero Jucker, tra qualche anno, potrebbe anche uscire di prigione i due difensori hanno risposto: «Jucker è un cittadino normale che sta espiando la pena come tutti, ed eventualmente potrà godere dei benefici come qualsiasi cittadino».
«Non capisco questo brusio - ha aggiunto l'avvocato Della Valle -. Chiamarsi Jucker ha penalizzato il nostro assistito perché ha scontato un processo mediatico».
L'avvocato Pellicciotta ha infine affermato: «Come ho sempre detto, ragionando da parte lesa, non credo esista una pena sufficiente per punire un fatto così grave. Però un conto è l'emotività e un conto è l'applicazione dei principi di diritto».

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