Uno smacco al neostatalismo di Antonio Decaro sull’Ilva, un annuncio di una possibile gigafactory a Grottaglie e un impegno per reperire risorse al fine di finanziare altri progetti con Transizione 5.0: il ministro Adolfo Urso, intervenendo a Bari all’inaugurazione della Casa del Made in Italy, è intervenuto a tutto campo, dalla sfida delle regionali pugliesi, al futuro dell’acciaio e dell’innovazione industriale.
La replica di Urso alla proposta, avanzata da Decaro, di rendere lo Stato proprietario dell’acciaieria ionica, è stata tranchant: «La nostra costituzione non consente la nazionalizzazione di un impianto siderurgico». E poi ha spiegato: «I padri costituenti decisero che questo fosse possibile solo a tre condizioni, e nella Carta è espressamente prescritto che si possa nazionalizzare un’impresa di produzione energetica, come poi realmente avvenne negli anni successivi, un’impresa che agisce in un regime di monopolio, e non è il caso degli impianti siderurgici di Taranto perché in Italia ne abbiamo altri 27, e che sia un servizio pubblico essenziale». «Quindi - ha aggiunto - i tre casi in cui i padri costituenti decisero di rendere possibile un esproprio, salvo indennizzo, non contemplano un impianto siderurgico. Altra cosa è che lo Stato, attraverso i suoi strumenti finanziari, partecipi alla gara e faccia un’offerta migliore perché deve essere migliore di quella fatta eventualmente da privati».
E sempre sulle garanzie ambientali per Taranto, il ministro meloniano ha offerto ulteriori elementi: «L’Aia è stata fatta secondo le più avanzate norme europee, che proprio l’Italia ha subito pienamente applicato, e risponde a ogni criterio di legge. E’ l’Aia più avanzata in Europa per quanto riguarda il rispetto della salute e dell’ambiente». Poi ha chiarito ancora: «Avrò riunioni, come ogni giorno nelle ultime settimane, al fine di consentire ai sindacati di comprendere meglio la grande sfida che abbiamo davanti a noi e per quanto riguarda gli investimenti che consentiranno il passaggio nel più breve tempo possibile dai forni a caldo ai forni elettrici». Sul nodo energia per la fabbrica, ha puntualizzato che ci sono più strade per il «necessario approvvigionamento di gas, che non è affatto facile avendo il Comune rifiutato il possibile approdo di una nave rigassificatrice, e della reindustrializzazione delle aree che saranno liberate e che noi vogliamo utilizzare da subito per consentire l’insediamento di altre attività produttive. Il tutto sarà presentato in maniera compiuta ai sindacati martedì 11 novembre».
A Bari Urso ha ricevuto anche il sostegno del governatore Michele Emiliano, sulla rotta della decarbonizzazione: «Voglio assicurare al ministro la mia piena collaborazione, mi auguro che tutti collaborino perché anche nella legge di bilancio forse bisognerà fare qualche intervento per dare una mano per risolvere la vicenda, che è molto complessa».
Sul tema della statalizzazione dell’Ilva, Emiliano ha fatto una battuta sull’ex presidente Anci: «È Decaro a essere d’accordo con la mia proposta di nazionalizzare l’Ilva: ovviamente la nazionalizzazione è un’operazione estremamente complessa, che può essere realizzata solo all’interno di una gara. Non ci può essere una nazionalizzazione per decreto, non può essere un esproprio perché sarebbe contrario alle norme europee».
Nel corso della visita barese Urso ha incoraggiato il candidato del centrodestra Luigi Lobuono sfavorito nelle ultime rilevazioni («I sondaggi non sempre hanno avuto riscontro, cito il caso emblematico straordinario del risultato del centrodestra e del governatore Acquaroli nelle Marche che era dato per sconfitto»), mentre si è soffermato sulla nuova «Transizione 5.0» nella legge di Bilancio: «Partirà il primo gennaio con una dotazione di quattro miliardi di euro nel 2026. Si tratta di un’unica misura che consente di usare gli strumenti di incentivazione digitale, ma anche quelli di efficientamento energetico attraverso l’uso di pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione industriale. Sono quelli di cui oggi le imprese hanno bisogno perché il problema principale è il costo dell’energia».
C’è stato, infine, anche un annuncio: «La giga factory sull’intelligenza artificiale potrebbe avere una sua localizzazione anche sul territorio pugliese», a Grottaglie. «Il nostro Paese - ha concluso, ricordando che ha aperta una interlocuzione costante con il commissario vicepresidente della Commissione Ue Stéphane Séjourné - si è candidato, unico in Europa, con un consorzio di grandi imprese per ospitare una delle cinque giga factory che sono state predisposte dalla Commissione europea. Siamo stati gli unici a fare sistema a fronte di altre 77 proposte degli altri Paesi europei, quindi confido che uno di questi impianti innovativi sia proprio assegnato al nostro Paese».















