BARI - «Domani mattina mi vedo con I’amico di Bari», diceva Luciano Santoro nel novembre 2021 all’imprenditore puteolano Salvatore Musella. Perché gli appetiti del costruttore, secondo la Procura di Napoli che lo ha mandato in carcere insieme all’ex sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, all’ex presidente Enit (turismo) Giorgio Palmucci e all’ex dirigente nazionale Pd Nicola Oddati, non si fermavano al Comune di Taranto dove Santoro aveva promesso di introdurre Musella interessato a vincere un appalto (che non ha preso). Santoro, già segretario provinciale del Pd jonico nei cui confronti il gip Antonio Baldassarre ha disposto l’obbligo di firma, aveva promesso di portare Musella anche in Regione.
L’inchiesta della Finanza e della Mobile coordinata dai pm napoletani Stefano Capuano, Immacolata Sica e Sergio Ferrigno ipotizza a vario titolo l’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, alla turbativa d’asta e al traffico di influenze. Santoro, 53 anni, di Grottaglie, è accusato di aver intascato 10mila euro da usare anche per comprare funzionari del Comune di Taranto. Musella, 49 anni, gli viene presentato dal salernitano Oddati: il costruttore vuole vincere i lavori per la ristrutturazione di Palazzo Carducci, nella Città vecchia di Taranto, un appalto da 5,5 milioni che nel giugno 2022 verrà aggiudicato a un raggruppamento tra imprese baresi e tarantine. Il consorzio che fa capo a Musella si piazzerà soltanto secondo...
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