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«Criminalità organizzata e Pnrr Puglia e Basilicata preoccupano»

«Criminalità organizzata e Pnrr Puglia e Basilicata preoccupano»

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

«Criminalità organizzata e Pnrr Puglia e Basilicata preoccupano»

Il prof. Fisicaro (Cseac): meno segnalazioni di operazioni sospette, ma per la Dia i reati economici sono aumentati

Giovedì 28 Settembre 2023, 13:21

Mentre l’Unione europea sta per versare una quarta rata del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza che vale 16,5 miliardi di euro e l’Italia si attrezza con una stretta sui controlli, il prof. Emanuele Fisicaro non nasconde la sua preoccupazione: se da un lato sono diminuite le segnalazioni di operazioni sospette nella regione, dall’altro la Direzione Investigativa Antimafia accende un “faro” sull’aumento dei reati economici. «È un incrocio pericoloso», dice dall’alto della sua esperienza, essendo presidente Cseac-Centro Studi Europeo Antiriciclaggio & Compliance “Piero Vigna”, e riconosciuto esperto di Diritto penale commerciale, e anche basandosi sulla conoscenza approfondita della realtà regionale, visto che è stato voluto (anche) dal presidente della Commissione regionale di studio e inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, Renato Perrini, nel gruppo di lavoro che sta sviluppando «un modello-pilota regionale in materia di prevenzione dei fenomeni di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, definendo idonee misure organizzative, costruendo specifici indicatori di anomalia che facilitino l’individuazione di operazioni sospette e predisponendo le procedure operative per la trasmissione al Gestore da parte delle Strutture regionali delle informazioni rilevanti ai fini della valutazione delle suddette operazioni sospette».

A suo dire «l’ultima relazione semestrale pubblicata dall’Uif-Unità di Informazione Finanziaria di Banca d’Italia rileva che le segnalazioni sono diminuite e allora siamo a chiederci: la diminuzione è un buon indice? Sicuramente non è un parametro per valutare al criminalità, ma contribuisce con altri a fare il profilo criminogeno di un territorio». Per operazioni sospette si intendono, in parole povere, le attività di riciclaggio di denaro sporco e di finanziamento del terrorismo. Per legge sia soggetti privati, come le banche, sia pubblici come Regioni, Province e Comuni, devono immediatamente segnalare all’Uif un’operazione di questo tipo. E il prof. Fisicaro afferma: «Ci dobbiamo chiedere: sono diminuite le segnalazioni perché è diminuito il profilo criminogeno della regione o perché c’è meno collaborazione? La relazione semestrale della Dia rileva, che in particolar modo per i reati contro la Pubblica amministrazione (Pa) e il riciclaggio, sembrerebbe che sia aumentato il dato in Puglia e Basilicata. E se aumenta l’attività criminale e abbiamo meno segnalazioni, ciò ci deve preoccupare. Perché se dovessimo parametrare il profilo sul piano degli omicidi, se si passa da 10 a 5 abbiamo un’indicazione chiara, è un dato oggettivo che è diminuito. Diverso è per la criminalità economica che è legata al denaro o a beni comunque patrimoniali». «La Dia – prosegue il prof. Fisicaro - si occupa delle infiltrazioni della criminalità organizzata, criminali economici che, attraverso il sistema delle reti finanziarie, immettono denaro di provenienza illecita nel mercato legale. E non parliamo solo delle mafie tradizionali, come ‘ndrangheta, cosa nostra, camorra, sacra corona unita, ma della criminalità economica in genere cioè soggetti dediti a organizzarsi assieme per porre in essere reati e riciclare. Pensiamo alle estorsioni, al peculato, alla corruzione, alle frodi comunitarie, ecco qui la prevenzione è fondamentale e serve proprio a rilevare attività di riciclaggio».

Per meglio proteggere i miliardi del Pnrr dalle manacce dei criminali, è ora arrivato un nuovo provvedimento. «Si tratta – dice il professore – delle Linee guida per lo svolgimento delle attività di controllo e rendicontazione degli interventi Pnrr di competenza delle Amministrazioni centrali e dei soggetti attuatori. È un provvedimento che riguarda solo il Pnrr e spiega come individuare il beneficial owner o titolare effettivo, cioè chi realmente gestisce l’azienda destinataria dei fondi (ai sensi dell’articolo 3, punto 6 della Direttiva UE 2015/849). Appaltatori e subappaltatori devono comunicare chi è il titolare effettivo. E anzi mi chiedo perché lo fanno solo per il Pnrr, questo obbligo dovrebbe essere esteso a tutti. Ogni Pa ha il proprio responsabile anticorruzione e ora deve essere individuato (come prevede la 231 del 2007) il gestore per le comunicazioni di operazioni sospette. Gestore che potrebbe anche combaciare con quella del responsabile anticorruzione». Gli enti locali (tutti gli enti locali e anche le società partecipate) hanno l’obbligo di verificare se ci sono anomalie «incrociando i dati con banche dati e con il Registro nazionale dei titolari effettivi, gestito dalle Camere di Commercio, dove sono le informazioni relative alla titolarità effettiva di imprese dotate di personalità giuridica, di persone giuridiche private, di trust produttivi di effetti giuridici rilevanti ai fini fiscali e di istituti giuridici affini al trust. Bisognerà poi comunicare e alla Uif le operazioni sospette (d.lgs. 231/2007)».

Quali le conseguenze per chi omette di comunicare chi c’è dietro le aziende? «Semplice – spiega Fisicaro - si blocca l’appalto». E non è poco. Bisognerà però vedere se, in Comuni in cui manca financo l’ingegnere, si riusciranno a trovare unità da dedicare a questa importante attività.

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