LECCE - Avrebbero tirato su un vero e proprio sodalizio criminale. Al fine di diffondere tramite internet programmi televisivi appartenenti al circuito a pagamento. In particolare, quelli di Sky Italia. Il tutto in maniera illecita. Il pezzotto, in sostanza. Un’ipotesi accusatoria da cui ora il gruppo è tenuto a difendersi.
La procura di Roma – nella persona del sostituto procuratore, Gianmaria Antonia – ha individuato una presunta rete nazionale dedita alle truffe della pay-tv. E ha notificato l’avviso di conclusione indagine a 22 indagati. Accusati, a vario titolo, di far parte di un sodalizio criminale organizzato al fine di commettere una serie di reati: l’accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, l’autoriciclaggio, in aggiunta a violazioni in materia di diritto d’autore e sui servizi di accesso condizionato. Nella specie, la diffusione tramite internet di programmi destinati al circuito televisivo mediante la cessione di crediti attraverso i quali era possibile creare apposite stringhe che, una volta cedute – dietro pagamento – agli utenti, permettevano di fruire, illegalmente, dei palinsesti delle pay-tv: e dunque, di eventi sportivi, programmi televisivi e film della programmazione di Sky Italia in qualità delle immagini e del suono molto elevata, e assimilabile a quella garantita dai regolari utenti di Sky con sistemi di ricezione in Hd o qualità superiore.
Da qui le indagini e la successiva formalizzazione delle accuse da parte del pm. In 22, come detto, sotto la lente della procura. Di questi, 11 del territorio salentino. Si tratta di un 42 enne di Casarano, una 53 enne anch’ella di Casarano, una 57 enne di Matino, un 44 enne di Racale, un 33 enne di Casarano, un 39 enne di Taurisano, un 26 enne di Taurisano, un 28 enne di Casarano, una 47 enne di Ruffano, una 48 enne di Gallipoli, e un 37 enne di Gallipoli.
Di questi G.C., 42 enne domiciliato a Casarano, è stato individuato dalla procura capitolina come facente parte del terno che gli inquirenti pongono al vertice dell’organizzazione. Con l’accusa di essere tra i promotori e organizzatori dell’associazione e di aver concorso tra loro all’allestimento della presunta rete nazionale dedita alle truffe relative alla pay-tv e all’esercizio dell’attività di Iptv illegali, nonché smart card Sky impiegate nel sistema illecito.
Gli altri indagati, a vario titolo, dovranno difendersi dall’accusa di avere agito in qualità di esecutori materiali dell’associazione. Contribuendo, sebbene in misura ridotta, al suo funzionamento, in particolare attivando diversi account Paypal o collegando proprie carte all’account paypal non a loro intestati e utilizzati per la gestione dei proventi illeciti con l’intento di dissimularne la provenienza, alcuni. Altri di aver trasmesso senza diritto la programmazione dei servizi di pay tv nonché di opere cinematografiche protette da diritto d’autore, anche con contenuti on demand. Gli indagati sono difesi dagli avvocati: Attilio De Marco, Antonella Toma, Giuseppe De Lorenzis, Mario Urso, David Maria Alemanno, Luigi Mario Provenzano, Paola Scialpi.