Il ministro dell'Istruzione e del Merito, intervistato dalla «Gazzetta», era stato chiaro: «La scuola non può essere un luogo di scontro, fonte di paura o violenza, gli insegnanti e gli studenti devono trovare un ambiente sereno». A distanza di qualche giorno, Giuseppe Valditara, specie dopo il caso degli studenti di Rovigo che hanno sparato pallini di plastica contro una insegnante e sono stati promossi con con 8 e 9 in condotta (decisione poi rivista dopo l’ispezione voluta dal ministro), ha ribadito l’intenzione di mettere in campo una nuova strategia per contrastare il bullismo. Dopo aver incontrato insieme ai tecnici del ministero alcuni esperti sul tema, ha deciso di intervenire su tre direttrici sui criteri di valutazione del voto in condotta e sulle sospensioni, prevedendo una revisione normativa del Dpr del 2009, sulla valutazione degli apprendimenti e del comportamento, e del Dpr del 1998, che reca lo Statuto delle studentesse e degli studenti.
Una riforma sul tema del bullismo che si fonda su una serie di interventi che, come ha precisato lo stesso numero uno del Mim, saranno poi applicati nei singoli casi sulla base di decisioni adottate dai consigli di classe, nel rispetto dell’autonomia scolastica.
Quanto alla prima direttrice, il Ministero dell’Istruzione e del merito precisa che il voto assegnato per la condotta è riferito a tutto l’anno scolastico. Il voto di condotta, inoltre, inciderà sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato conclusivi della scuola secondaria di secondo grado. Sarà meno difficile essere bocciati: il 5 per il comportamento - che porta alla bocciatura - sarà attribuito non solo in presenza di gravi atti di violenza o in caso di reati ma anche n presenza di «gravi e reiterate» violazioni del Regolamento di Istituto.
Se si ha 6 in condotta si dovrà studiare la Costituzione perché si finirà per avere un debito in Educazione Civica che dovrà essere recuperato a settembre «con una verifica sui valori costituzionali e i valori di cittadinanza».
Seconda direttrice: la sospensione, intesa come semplice allontanamento dalla scuola, è stata valutata sia del tutto inefficace e, anzi, potrebbe generare conseguenze negative sullo studente. «Si prevede pertanto che la sospensione fino a 2 giorni dalle lezioni in classe comporti più scuola, più impegno e più studio». Lo studente sospeso sarà coinvolto in attività scolastiche -assegnate dal consiglio di classe- di riflessione e di approfondimento sui temi legati ai comportamenti che hanno causato il provvedimento. Questo percorso, continua il ministero, si concluderà con la produzione di un elaborato critico su quanto è stato appreso, che sarà oggetto di opportuna valutazione da parte del consiglio di classe. Qualora la sospensione superi i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate. La convenzione conterrà le opportune coperture assicurative.
Terza direttrice: nel caso di sospensione superiore ai 2 giorni, se verrà ritenuto opportuno dal consiglio di classe, l’attività di cittadinanza solidale potrà proseguire oltre la durata della sospensione, e dunque anche dopo il rientro in classe dello studente, per stimolare ulteriormente e verificare l’effettiva maturazione e responsabilizzazione del giovane rispetto all’accaduto.