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Berlusconi, la lunga storia giudiziaria: quasi 30 processi affrontati. L'unica condanna, il caso Mediaset

Berlusconi, la lunga storia giudiziaria: quasi 30 processi affrontati. L'unica condanna, il caso Mediaset

 
Francesca Brunati / Igor Greganti

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Francesca Brunati / Igor Greganti

Caro bollette, Berlusconi: «Sterilizzare con un decreto gli aumenti»

Processi, sparsi in tutta Italia, nei quali gli sono stati contestati reati che vanno dalla corruzione al concorso in strage, dal falso in bilancio alla concussione, fino al vilipendio all’ordine giudiziario e alla prostituzione minorile

Lunedì 12 Giugno 2023, 11:11

11:22

Supera di gran lunga quota 30 il numero dei processi in cui Silvio Berlusconi è stato imputato. Processi, sparsi in tutta Italia, nei quali gli sono stati contestati reati che vanno dalla corruzione al concorso in strage, dal falso in bilancio alla concussione, fino al vilipendio all’ordine giudiziario e alla prostituzione minorile e che, eccetto uno in cui è stato condannato, si sono chiusi o con il non doversi procedere per prescrizione o con l'assoluzione. Oppure con un’archiviazione o il proscioglimento in fase di indagine o in udienza preliminare. Facendo un quadro della storia giudiziaria del leader di Forza Italia, cominciata prima della sua decisione di scendere in politica e poi proseguita anche quando ha rivestito ruoli pubblici, l’unica condanna diventata definitiva è del 2013: 4 anni di carcere, 3 dei quali coperti da indulto, per la frode fiscale da 7,3 milioni di euro commessa con la compravendita dei diritti tv Mediaset quando era presidente del Consiglio.

Condanna che lo ha costretto a chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali di 10 mesi e mezzo, al netto dello sconto per la liberazione anticipata, e lo ha portato alla decadenza da senatore per via della Legge Severino: la sua incandidabilità è durata sei anni, fino a quando, nel 2018, il Tribunale di Sorveglianza lo ha riabilitato. Gli altri processi invece hanno seguito strade diverse: alcuni sono terminati con l'archiviazione o il proscioglimento già in fase di indagine preliminare, come è accaduto in quelli in cui il suo nome è stato accomunato alla mafia (escluso quello che era ancora in fase di indagine a Firenze) o nel caso Mediatrade. Oppure con l'assoluzione con formule qualche volta piena oppure dubitativa, come per uno degli episodi di corruzione contestati nel caso Sme/Ariosto, o con la prescrizione, complice sia la tecnica dilatoria usata dalla sua difesa o dai legali dei suoi coimputati, sia la concessione delle attenuanti generiche, sia qualche norma come la ex Cirielli.

Basti citare il procedimento (prescritto) con al centro la vicenda dell’avvocato inglese David Mills, da lui pagato, è stata l’ipotesi, per essere teste reticente davanti ai giudici che lo stavano giudicando per le "Tangenti alla Guardia di Finanza» - caso noto anche per l'invito a comparire comunicatogli a voce nel novembre 1994 a Napoli durante una conferenza dell’Onu che presiedeva come capo del Governo e finito con l’assoluzione «per non aver commesso il fatto» - e per il caso All Iberian chiuso nel 1999 con un «non doversi procedere» per prescrizione in secondo grado. In primo grado il Cavaliere era stato condannato a 2 anni e 4 mesi per il finanziamento illecito al leader del Psi Bettino Craxi.

Ma sul curriculum giudiziario di Berlusconi sono intervenute anche amnistie che, per esempio, hanno cancellato una presunta appropriazione indebita per la vicenda della villa di Macherio. Oltre alla difficile causa di separazione e divorzio da Veronica Lario, i processi più odiosi per Silvio Berlusconi sono stati, non tanto quelli sulla ipotizzata corruzione delle toghe (per il Lodo Mondadori ha versato alla Cir di De Benedetti quasi 500 milioni di euro) o sulla compravendita dei senatori, ma quelli che hanno riguardato gli scandali sessuali, ossia quello che era ancora in corso per induzione a mentire nell’ambito del caso "escort» di Bari e il caso Ruby. E’ uscito con una assoluzione piena e definitiva nel filone in cui rispondeva di prostituzione minorile e concussione ed è stato scagionato anche nei processi di Siena, Roma e Milano in cui era accusato di aver pagato le sue giovani testimoni e alcuni dei suoi ospiti per raccontare ai giudici che quelle che erano andate in scena ad Arcore erano solo cene eleganti e non feste hard. Per quelle stesse accuse, infatti, anche i giudici milanesi a metà dello scorso febbraio nella tranche principale lo hanno assolto, assieme a Karima El Mahroug, l’ex Ruby Rubacuori, e a una schiera di cosiddette ex olgettine, per una questione giuridica che ha cancellato qualsiasi giudizio nel merito e ha reso un reato, la contestata corruzione in atti giudiziari, impossibile da configurare.

CASO MEDIASET, L'UNICA CONDANNA

L’affidamento in prova ai servizi sociali per Silvio Berlusconi, disposto dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, è stato uno degli ultimi atti di una vicenda giudiziaria, il caso Mediaset, cominciata nel 2001, nella quale l’ex premier era stato condannato a quattro anni di carcere, tre dei quali coperti da indulto, e due anni di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale. Vicenda che si è conclusa effettivamente alla fine del 2021 con il rigetto, da parte della Corte d’Appello di Brescia, della richiesta di revisione della sentenza milanese. Ecco le tappe principali del caso Mediaset: - 25 GIUGNO 2001: con le perquisizioni della Guardia di Finanza di Milano negli uffici di Mediaset a Cologno Monzese viene resa nota l’esistenza dell’inchiesta. - 19 FEBBRAIO 2005: la Procura notifica agli indagati, 14 in tutto, l’avviso di chiusura indagini. - 26 APRILE 2005: i pm chiedono il rinvio a giudizio per 14 imputati tra cui Berlusconi, Confalonieri, Agrama e Del Bue. - 28 OTTOBRE 2005: comincia l’udienza preliminare. - 7 LUGLIO 2006: il gup manda a processo 12 persone, tra cui Berlusconi, e ne proscioglie due. - 21 NOVEMBRE 2006: Comincia il dibattimento davanti alla prima sezione penale del Tribunale. - 25 FEBBRAIO 2008: le elezioni impongono lo stop del processo fino al 21 aprile. - 26 SETTEMBRE 2008: il processo viene sospeso dal Tribunale che accoglie l’eccezione di legittimità costituzionale del Lodo Alfano sollevata dai pm. - 16 NOVEMBRE 2009: dopo la bocciatura del Lodo Alfano riprende il processo, ma viene subito rinviato al 18 gennaio. - 19 APRILE 2010: il processo viene ancora sospeso per una questione di legittimità costituzionale della legge sul legittimo impedimento. - 28 FEBBRAIO 2011: dopo la bocciatura parziale della legge sul legittimo impedimento il processo riparte. - 20 APRILE 2011: il Governo solleva il conflitto di attribuzione. - 5 OTTOBRE 2011: la Consulta dichiara ammissibile il conflitto di attribuzione. - 18 GIUGNO 2012: La Procura chiede pene comprese tra i 3 anni e i sei anni di carcere per gli imputati. Per Berlusconi viene chiesta una condanna a tre anni e 8 mesi. - 26 OTTOBRE 2012: Il tribunale condanna Silvio Berlusconi a quattro anni di reclusione (di cui tre condonati per l’indulto) e assolve Fedele Confalonieri. Per Berlusconi ci sono anche 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. Condannati anche Frank Agrama a 3 anni, Daniele Lorenzano a 3 anni e 8 mesi, Gabriella Galetto a 1 anno e 2 mesi. Gli altri 6 imputati vengono assolti per prescrizione o con formula piena. - 18 GENNAIO 2013: davanti alla seconda Corte d’Appello di Milano comincia il processo di secondo grado che viene però fermato due volte dai giudici, prima per via della campagna elettorale e poi in attesa della decisione della Cassazione sull'istanza di rimessione, circa quattro mesi dopo respinta. In entrambi i casi i giudici non hanno sospeso formalmente il dibattimento, ma hanno concesso lunghi rinvii dichiarando la sospensione della prescrizione. - 8 MAGGIO 2013: La Corte d’Appello, accogliendo la richiesta del pg, ha confermato la sentenza di primo grado: rimangono i quattro anni di carcere e i cinque anni di interdizione per Berlusconi. - 19 GIUGNO 2013: La Consulta ha respinto il conflitto di attribuzione sollevato nel marzo del 2010 dalla Presidenza del Consiglio in relazione a un’ordinanza con cui i giudici del Tribunale non avevano concesso il rinvio di un’udienza per un legittimo impedimento fatto valere da Berlusconi. - 1 AGOSTO 2013: Conferma della pena principale per Berlusconi da parte della Cassazione, che rinvia alla Corte d’Appello il procedimento per rideterminare la pena accessoria tra un massimo di tre anni e un minimo di uno. - 11 OTTOBRE 2013: Il Cavaliere, tramite la sua difesa, presenta all’Ufficio esecuzione della Procura milanese la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. L’istanza viene immediatamente trasmessa al Tribunale di Sorveglianza. - 19 OTTOBRE 2013: La Corte d’Appello di Milano determina in due anni l'interdizione ai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. La sentenza giunge dopo il rinvio per ricalcolare la pena accessoria, fino ad un massimo di tre anni, deciso dalla Cassazione il primo agosto. - 18 MARZO 2014 - La Corte di Cassazione conferma definitivamente la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per due anni nei confronti di Silvio Berlusconi e chiude, dopo 13 anni, la lunga vicenda giudiziaria. - 15 APRILE 2014 - Il Tribunale di Sorveglianza di Milano concede a Berlusconi la pena alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali per scontare la pena, al netto dell’indulto, di un anno di reclusione. L’ex premier assiste gli anziani, un giorno alla settimana, in un centro di Cesano Boscone (Milano) della Fondazione Sacra Famiglia. Deve dimorare in Lombardia, ma per lo svolgimento dell’attività politica può recarsi a Roma dal martedì al giovedì. -10 MAGGIO 2018: Il Tribunale di Sorveglianza accoglie la richiesta di riabilitazione che Berlusconi aveva presentato due mesi prima, rendendolo eleggibile con effetto immediato. 

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