È bufera sui 25 milioni che la giunta regionale ha assegnato allo spettacolo dal vivo per i prossimi tre anni con la firma del direttore del dipartimento Aldo Patruno, che si è dimesso sei giorni dopo per candidarsi con il Movimento 5 Stelle. Fratelli d'Italia e Forza Italia chiedono infatti alla giunta regionale di ritirare il provvedimento.
«La delibera con cui il 7 ottobre la giunta regionale uscente ha inteso fissare la programmazione dei contributi allo spettacolo dal vivo per il prossimo triennio va ritirata perché viola le prerogative del prossimo presidente della giunta regionale, che ha tutto il diritto di effettuare proprie valutazioni sulle politiche di spettacolo», dicono in una nota i consiglieri regionali di Forza Italia. «Sono ormai vent’anni che le decisioni in materia di cultura e spettacolo sono appaltate a pochi, così come lo è la suddivisione dei contributi con modalità solo apparentemente aperte al confronto ma che in realtà premiano sempre i soliti noti. E’ poi inquietante, per non dire altro, che il provvedimento approvato il 7 ottobre sia stato istruito da un capo dipartimento che sei giorni dopo si è dimesso per candidarsi alle elezioni regionali con una lista a sostegno del centrosinistra. Pur riconoscendo tutta la buona fede al direttore Aldo Patruno, riteniamo che per cautela e per rispetto certe decisioni non possano essere affidate a chi potrebbe poi approfittarne sul piano elettorale».
«Siamo di fronte - attaccano Tonia Spina e Tommaso Scatigna di Fratelli d'Italia - all’ennesima fotografia di un sistema di potere che non conosce né limiti né pudore. Quella delibera fissa linee guida e risorse impegnando anche la futura Giunta regionale e condizionando le scelte del prossimo governo pugliese. È un atto di straordinaria rilevanza politica e finanziaria, adottato da chi, pochi giorni dopo, ha deciso di entrare direttamente in campagna elettorale e magari spera da eletto di diventare assessore alla Cultura e continuare ad avvantaggiare gli amici. Se anche fosse formalmente legittimo, è certamente inopportuno e irrispettoso verso tutti coloro che da quel Dipartimento attendono aiuti e sostegni pubblici».
«Ci chiediamo - proseguono i due consiglieri di Fratelli d'Italia - se il presidente Michele Emiliano fosse a conoscenza di questo retroscena e se lo fosse anche l’ex consigliera delegata alla Cultura, Grazia Di Bari, del M5S, che ha dichiarato di essere stata esclusa dalle liste proprio per lasciare spazio a Patruno. Un intreccio politico e amministrativo che solleva interrogativi ancora più gravi. Sentire, quindi, il M5S parlare di "riconnettere la politica alle persone" mentre candida chi ha gestito per dieci anni il potere regionale è quasi surreale. Dicono di voler stare tra la gente, ma stanno nei corridoi del sistema Emiliano–Decaro. È questa la loro idea di politica concreta?».
Secondo Forza Italia, invece, «nessuno vieta alla giunta Emiliano di disporre dei fondi per la cultura dell’annualità in corso, anche per dare certezze agli operatori del settore che devono chiudere i bilanci 2025. Ma è assolutamente incomprensibile che un governo regionale in scadenza si arroghi il diritto di decidere come dovranno essere gestite le risorse per i tre anni a venire e dunque fino al 2027: si tratta di fumo negli occhi e non vorremmo che tutto questo sia stato fatto da parte di qualcuno per ottenerne un vantaggio sul piano elettorale».