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Giudici «precari» in nome della legge: i magistrati onorari senza stipendio

 
Nicola Pepe

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Nicola Pepe

Giudici «precari» in nome della legge: i magistrati onorari senza stipendio

Il Ministero non paga i primi 1.600 «stabilizzati». Rischio infrazione Ue

Venerdì 24 Marzo 2023, 12:49

Precari in nome della legge. Sono poco meno di 5mila in tutta Italia (4.640) e ora sono pronti a incrociare le braccia perchè molti di loro non sono pagati da mesi. Per assurdo, rischiano di restare vittime di quella complessa «incertezza del diritto» che aleggia in Italia ed è fonte di preoccupazione per gli investitori esteri. La magistratura onoraria rappresenta un trojan per il comparto Giustizia, alla vigilia dell'assegnazione della prossima tranche dei fondi Pnrr ma soprattutto nel bel mezzo di un preavviso di procedura di infrazione dell'Ue. Il motivo è uno: la riforma Cartabia, un pezzo della quale ha inserito il tema spinoso dei giudici onorari con la finanziaria del 2022, ha praticamente cambiato il corso di questa componente della magistratura che - come ha sottolineato nella sua ultima relazione il primo Presidente della Corte di Cassazione, Pietro Curzio - «ha perso le connotazioni di occasionalità e mera sussidarietà, ma assume un rilievo come ordinaria risorsa di amministrazione della giustizia».

I magistrati onorari, ricordiamo, nacquero come giudici di pace nel lontano 1991 per deflazionare il contenzioso civile ma, come spesso accade in Italia, nulla è più definitivo del provvisorio. Col passare del tempo la platea di questa categoria «autonoma» si è ampliata ai «Got» (giudice onorario di tribunale, confluita nella figura unica del «Gop, giudice onorario di pace) o ai «Vpo» (vice procuratore onorario), veri e propri sostituti dei magistrati togati: e così, tra un rinnovo e l'altro (procedura peraltro bocciata dalla Corte di giustizia europea), c'è chi ha accumulato più di trent'anni di attività cosiddetta «a cottimo», venendo pagato per i provvedimenti emessi.

Cosa è accaduto? Nel 2017, ministro Orlando, lo Stato riorganizza questo settore con l'obiettivo di dargli una «stretta»: da un lato colpisce i giudici di pace (eliminando la figura del coordinatore) ma soprattutto pone un limite di età a 68 anni, al di sotto di quello riconosciuto ai magistrati togati. Una modifica che innesca un contenzioso, bollato dalla Corte di giustizia europea con la famosa sentenza UX nel 2020, confermata due anni dopo da un'altra pronuncia che ha equiparato i magistrati onorari a lavoratori subordinati. Di mezzo, arriva una mini riforma introdotta dall'ex ministro Cartabia che, con la legge finanziaria, e per mettersi al riparo da una infrazione, legittima la permanenza fino a 70 anni, e decide di procedere a una stabilizzazione.

Cosa prevede la norma? Che tutti i magistrati onorari sono stabilizzati nelle funzioni giudiziarie, ma la retribuzione passa da cottimo a stipendio, con lo stipendio equivalente a quella di un funzionario del Ministero. A conti fatti, circa 2mila e 500 euro netti al mese (accessori inclusi) in caso di esclusività, un po' meno in caso di «part time». Per diventare dipendenti e, quindie usufruire di tutele previdenziali e assistenziali, viene prevista una mini fase concorsuale che si traduce in una prova scritta e un colloquio di 30 minuti. La platea è divisa in tre fasce: i magistrati con oltre 16 anni di anzianità, quelli tra 12 e 16, e infine i più giovani con meno di 12 anni di servizio. Chi rinuncia a tale opportunità senza presentare alcuna domanda, o non supera la prova, cessa l'attività in cambio di un ristoro (risarcimento) in misura non superiore a 50mila euro rinunciando a qualsiasi azione di rivalsa.

Detto fatto? Macchè. La riforma avviata da Orlando, proseguita da Cartabia, viene gestita dall'attuale governo, ministro Nordio. I magistrati onorari confidano in un governo «amico» visto che proprio Fratelli d'Italia (sottosegretario Del Mastro in testa) si era fatta portabandiera della vertenza della magistratura onoraria cavalcando il contenzioso-infrazione Ue. Ma in realtà così non è. Infatti, il primo gruppo di magistrati onorari ha superato intorno a settembre-ottobre 2022 le famose procedure valutative cui sono seguiti i decreti di nomina tra metà dicembre 2022 (i giudici di Vasto sono i primi in Italia) a gennaio per un totale di 1600 unità. Bene, questi magistrati da mesi stanno regolarmente lavorando come prima, con la differenza che non sono pagati. Nè a cottimo (ormai non più previsto) e neanche senza stipendio visto che ad oggi nessuno ha incassato il dovuto perchè al Ministero non saprebbero quale trattamento previdenziale applicare.

Eppure il ministro Nordio, rispondendo a una interpellanza in aula a gennaio scorso, ha ribadito il concetto di lavoratori subordinati; il suo vice, Sisto, alcuni giorni fa, ha precisato l'assoluto rispetto delle indicazioni UE evidenziando come non si possa pretendere il trattamento equiparato ai magistrati ordinari. Circostanza, a dire il vero, mai rappresentata da chi aveva posto il quesito, è cioè un pezzo della maggioranza (Nci), come confermato da Unagipa, il principale sindacato di categoria, presieduto da Mariaflora Di Giovanni («alcuna equiparazione di status alla magistratura professionale»).

Nessuno però ha risposto a una domanda, apparentemente banale: perchè questi magistrati che hanno accettato di rispettare la legge, non sono pagati? E ancora: ad oggi, era atteso il secondo concorsone per la seconda tranche dei magistrati onorari, quelli tra 12 e 16 anni di anzianità che può contare ancora sul cottimo ma ha interesse alla stabilizzazione e non a tornare indietro. Circostanza che fa sorgere più di un dubbio sulle reali intenzioni del Governo che vorrebbe portare i giudici di pace sotto il regime «co.co.co», con tutto ciò che ne deriva da tale trattamento. L'unica certezza è che ad oggi, in una stessa aula, rischiano di sedere un giudice onorario, che non è pagato da mesi, e un funzionario assunto per il famoso «ufficio del processo», che guadagna più dello stesso magistrato. Paradosso di Stato.

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