L’Istat ha confermato le stime dell’inflazione a novembre che resta stabile all’11,8% su base annua e in aumento dello 0,5% rispetto al mese d’ottobre. Un record che non si vedeva dal 1984. Leggera limatura al ribasso invece per i beni del cosiddetto carrello della spesa che, nel dato definitivo, si ferma a +12,7%. Con un +11,8%, l’inflazione in Italia si trova quasi due punti al di sopra della media dei paesi dell’Eurozona e di quasi un punto sopra quelli dell’Unione Europea, in entrambe le aree la curva dei prezzi ha già preso la linea discendente, mentre per l’Italia la svolta potrebbe arrivare a dicembre.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, cioè il cosiddetto carrello della spesa, ha registrato una modesta accelerazione (dal +12,6% di ottobre al +12,7% su anno); confermato il rallentamento dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,9% a +8,8%). Ma il prezzo degli alimentari e delle bevande segna +13,6%.
Sullo scenario continua a pesare la guerra in Ucraina e il prezzo degli energetici. «I prezzi all’ingrosso del gas hanno ripreso a salire nella seconda parte di novembre e pur restando lontani dai picchi del terzo trimestre rendono incerte le prospettive di un raffreddamento a breve termine dell’alta inflazione che ha caratterizzato finora l’anno in corso» avverte l'Istat. L’impatto del caro energia sui consumi resta la preoccupazione principale di famiglie e imprese. Secondo Confesercenti, la quota dei consumi destinata alle bollette è aumentata del +47,1%, per un totale di quasi 15 miliardi cioè 5 miliardi in più del 2021, si tratta di un terzo dell’ammontare complessivo delle tredicesime.
E IL RESTO D'EUROPA? - Allargando l’orizzonte all’Europa, secondo Eurostat, sempre a novembre, il tasso di inflazione dell’area dell’euro si è attestato al 10,1% in calo rispetto al 10,6% di ottobre mentre nell’Unione europea è scesa all’11,1% dall’11,5% di ottobre. I tassi più bassi dell’inflazione si sono registrati in Spagna (6,7%), Francia (7,1%) e Malta (7,2%), alle stelle in Ungheria (23,1%), Lettonia (21,7%), Estonia e Lituania (entrambe 21,4%).
TORNA LA LISTA DELLA SPESA - Con il caro prezzi 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, evitando di farsi guidare troppo dalla molteplicità di stimoli che sono attivati nei punti vendita. È quanto afferma la Coldiretti, in riferimento ai dati Istat. Cambiano anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta.
le banche - «Oggi la necessità è convincere coloro che tengono i soldi in conto corrente, bancario postale, o nascosti in casa, nei caveau, nelle cassette di sicurezza a investirli, perché tenere la liquidità ferma con una inflazione a circa il 10% significa perderci sicuramente». Lo afferma il presidente Abi Antonio Patuelli. «L’invito - aggiunge - è, anche con questi tassi, a ragionare responsabilmente ma ad investire, perché l’inflazione è implacabile, quando esiste come ora».