Sembra un controsenso ma è la triste realtà. Tutta italiana. Nel comparto scuola, infatti, quello che il Pnrr concede, la Legge di bilancio taglia.
Secondo i dati elaborati da «Openpolis» e anticipati già dalla Gazzetta nei mesi scorsi, infatti, sarebbero state oltre 200 le nuove scuole da costruire in Italia (12 in Puglia) grazie ai fondi destinati dalla quarta missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dedicata a istruzione e ricerca. Ma il condizionale, si sa, è d’obbligo quando si parla di scuola italiana. Infatti, secondo le previsioni contenute nell'articolo 99 della legge di bilancio, a decorrere dall'anno scolastico 2024/25 le scuole in Puglia passerebbero dalle attuali 631 a 580. Alcuni edifici scolastici (51 per la precisione), in altre parole, verrebbero cancellati.
«Anziché pensare e approfittare del calo di iscrizioni per decongestionare le cosiddette classi pollaio, non si perde tempo e si procede con tagli lineari», ha spiegato il segretario generale della Uil Scuola Puglia, Gianni Verga che, ieri, insieme a tutta la Uil pugliese è scesa in piazza Libertà, dinanzi alla Prefettura di Bari, per protestare contro la legge finanziaria (pronta per essere adottata dal Parlamento entro fine anno) che, secondo i rappresentanti sindacali, non fornisce risposte alle reali esigenze del Paese. Oggi le 631 scuole del territorio pugliese contano 540.832 alunni. In base all'articolo 99 della legge di bilancio, il numero delle scuole funzionanti dovrà essere rapportato al parametro di 900 alunni per scuola.
«Così la nostra regione - continua Verga - che negli ultimi otto anni subisce una contrazione media di alunni pari a 9.500/anno, nell'anno scolastico 2024/25 si ritroverebbe a contare 523mila alunni circa e i conti sono ben fatti. Si corre il rischio che il personale docente e Ata (Amministrativo, tecnico e ausiliario) perda il posto e che dirigenti scolastici e i Dsga (Direttori dei servizi generali e amministrativi) vadano in esubero con possibili trasferimenti d'ufficio, per i dirigenti, anche in altre regioni. Eppure il ministro Giuseppe Valditara ha annunciato, attraverso il "merito", di recuperare le diseguaglianze sociali di quegli alunni che non hanno pari opportunità. In che modo, eliminando gli unici presidi di democrazia, legalità e socialità?».
Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, è bene ricordare, il Pnrr prevedeva la costruzione di 12 nuove sostenibili, per un importo complessivo di 80,2 milioni di euro. L’83,3% degli interventi riguarderà edifici nelle classi energetiche F e G, quelle meno efficienti. I maggiori interventi riguardano la scuola secondaria di II grado Iiss Giannelli di Parabita (provincia di Lecce). Una demolizione edilizia con ricostruzione in situ, per un importo richiesto di circa 15 milioni di euro e 6.630 metri quadri di intervento.
Supera i 10 milioni anche il progetto scuola secondaria di II grado – Iiss Romanazzi (Bari). Anche in questo caso una demolizione edilizia con ricostruzione in situ, con un costo di 12,7 milioni di euro e 6.163 metri quadri di intervento.
Nella regione, in base ai dati relativi all’a.s. 2020/21, sono presenti 2.411 edifici scolastici. Dal punto di vista della sostenibilità, per 1.321 in quell’anno era stata dichiarata la dotazione di accorgimenti per ridurre i consumi energetici, come la presenza di vetri o serramenti doppi, l’isolamento di coperture e pareti esterne, la zonizzazione dell’impianto termico, ecce.
Il 54,79% degli edifici scolastici in Puglia presenta quindi questo tipo di accorgimenti, poco al di sotto della media nazionale (57,5%). Una quota che varia tra i diversi territori: mentre nella città metropolitana di Bari la percentuale di edifici con accorgimenti raggiunge il 69,15%, in quella di Taranto si attesta al 34,59%. Poco sopra troviamo quella di Foggia (35,9%). Scendendo a livello comunale, tra i comuni della regione con più residenti tra 6 e 18 anni spiccano Bari, Barletta e Altamura dove rispettivamente 81,8%, il 93,5% e l’87,5% degli edifici scolastici è attrezzato per il risparmio energetico. Mentre a Taranto quelli per cui è dichiarato questo tipo di accorgimenti scendono al 7,1% del totale.