Presidente Ager, Fiorenza Pascazio. La Puglia come è messa con l’impiantistica del ciclo dei rifiuti?
«Sono state appena pubblicate tre gare per altrettanti impianti, un’altra arriverà tra qualche settimana. Possiamo dire che a breve ci saranno 150.000 tonnellate/anno di capacità a disposizione del pubblico, per il trattamento e recupero delle frazioni secche della differenziata. A queste vanno aggiunte le 48.000 tonnellate/anno dell’impianto di trattamento e recupero della FORSU (Amiu, a Bari) attualmente in fase di collaudo funzionale, che produrrà compost di qualità e biogas. A conti fatti, 200mila tonnellate all’anno».
Differenziare, da solo, non serve, è importante riciclare e arrivare alla tariffazione puntuale.
«Il futuro è differenziare sempre più. E sempre meglio. I cittadini anche in questo caso sono i primi protagonisti del cambiamento, che è molto più vicino di quanto si pensi. I sistemi di raccolta nelle singole comunità saranno sempre più improntati al principio europeo da più parti invocato “chi inquina paga” che spinge nella direzione della qualità delle raccolte, premessa inderogabile per aumentare le percentuali di effettivo riciclo. Diventa necessario per i Comuni premiare chi rispetta le regole e differenzia bene, adottare sistemi di raccolta capaci di riconoscere chi conferisce cosa e quanto. Questo permetterà ai cittadini di pagare una tariffa più equa, basata sulla propria reale produzione di rifiuti, non facendosi più carico dei comportamenti sbagliati degli altri oltre a contrastare il fenomeno dell’abbandono selvaggio dei rifiuti».
Soddisfatta della differenziatai?
«La raccolta differenziata in Puglia si attesta oggi al 58-59%. Si tratta di un dato medio regionale che però merita un approfondimento. Infatti, seppur le norme in materia siano in vigore ormai da molto, i sistemi di raccolta differenziata non sono uniformemente distribuiti nella nostra regione. Vi sono vere e proprie punte di eccellenza dove le percentuali di raccolta differenziata sfondano l’80%, ma occorre registrare che vi sono realtà anche di una certa importanza con percentuali ancora lontane dall’essere raggiunte».
E questo genera problemi...
«Proprio in questi giorni in alcune aree della Puglia si registrano alcune criticità, anche rilevanti, che vengono causate e/o amplificate proprio dalla significativa presenza di rifiuti che ancora non vengono raccolti separatamente in percentuale soddisfacente, e che generano un sovraccarico dei sistemi di raccolta e di trattamento. Occorre fare uno sforzo per superare le difficoltà, che da amministratore di un comune comprendo molto bene, e convincere, accompagnandoli, i nostri concittadini a far proprie le modalità di raccolta differenziata nella vita quotidiana».
Tariffe, Ager è ago della bilancia?
«Dal 2020 l’Agenzia è stata individuata da Arera come il soggetto che verifica ed attesta i costi “efficienti”, così li definisce la normativa, della gestione dei sistemi di raccolta operativi nei comuni di Puglia: dati che costituiscono la base per il calcolo del montante della TARI nei differenti Comuni. Ma da quest’anno c’è una significativa novità: grazie a una recente deliberazione di Arera, la Regione ha adottato una propria disciplina dei c.d. “impianti minimi”»..
Si spieghi meglio.
«La Regione ha assogettato quegli impianti che ritiene indispensabili per la chiusura del ciclo dei rifiuti entro il territorio regionale, al metodo di determinazione delle tariffe regolatorio. Le tariffe, quindi saranno individuate sulla base degli effettivi costi sostenuti e non esclusivamente dalle “dinamiche di mercato”. Proprio in questi giorni sono in corso le complesse operazioni di definizione delle tariffe degli impianti, che verosimilmente comporteranno una diminuzione rispetto a quelle oggi in vigore, e che verranno applicate non per il futuro ma per il presente. Infatti, una volta approvate, si applicheranno retroattivamente dal 1° gennaio 2022 e ci aspettiamo che generino un immediato effetto positivo sulle casse dei Comuni, e quindi per le tasche dei cittadini».