L’Istat ritocca al ribasso le stime preliminari dei prezzi sul beni che compongono il carrello della spesa, limando il dato a +10,9% (nella stima preliminare era 11,1%). «Bisogna risalire ad agosto 1983 (quando fu pari a +11,0%) per trovare una crescita dei prezzi del «carrello della spesa», su base annua, superiore a quella di settembre 2022 (+10,9%)».
Livelli massimi E mentre l’Istat certifica i livelli record trainati dai prezzi degli energetici che si diffondono agli altri beni ed in particolare al cosiddetto «carrello della spesa», Confesercenti avverte che l’accelerazione dei prezzi «proseguirà, con aumenti che si scaricheranno sulle prossime bollette, portando l’incremento dei prezzi ai livelli massimi dell’anno». La presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, in particolare, reputa «insostenibile» la continua crescita dei prezzi per famiglie ed imprese. «Ci preoccupano le ultime notizie che giungono da Bruxelles sul piano europeo per limitare i prezzi entro la fine dell’anno. Cittadini ed imprese non possono più aspettare, per questo attendiamo dal nuovo Governo un intervento drastico per porre un tetto agli aumenti delle tariffe di gas e luce», incalza De Luise.
Secondo l’Istat, l’ulteriore accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei beni alimentari e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Per l’Istat, inoltre, «nel terzo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati (+11,6% e +7,6% rispettivamente)».
La stangata Assoutenti, invece, ha elaborato uno studio sulla base dei dati Istat su prezzi al dettaglio e vendite. «Nel 2022 l’inflazione costerà agli italiani la bellezza di 56,7 miliardi di euro, determinando sulle famiglie una stangata senza precedenti che avrà effetti devastanti sul potere d’acquisto e, conseguentemente, sui consumi, affossando l’economia nazionale». Gli italiani hanno già cominciato a tirare la cinghia, a risparmiare sui consumi energetici, ad acquistare solo prodotti in promozione e a tagliare la spesa anche per beni primari come gli alimentari le cui vendite, secondo l’Istat, sono calate su base annua del -3,5%. «Tradotto in soldoni - ancora Assoutenti - questo significa che le famiglie nel corso del 2022 ridurranno i consumi di cibo per oltre 5 miliardi di euro. Di questo passo gli italiani, oltre a patire questo inverno il freddo a causa del caro-bollette e dei limiti ai riscaldamenti, sono costretti anche a fare la fame, riducendo gli acquisti alimentari per riuscire ad arrivare a fine mese - denuncia il presidente Assoutenti Furio Truzzi - Una situazione vergognosa per un paese civile, e per questo stiamo organizzando una protesta nazionale portando in piazza a Roma tonnellate di cipolle da distribuire alla popolazione, come simbolo della situazione critica in cui versano le famiglie».
Le speculazioni Non solo l’aiuto alle famiglie ma anche le sanzioni a chi specula. Federconsumatori chiede infatti « serie azioni di contrasto ad ogni fenomeno speculativo, sul piano nazionale e internazionale». La richiesta: «Il rafforzamento dei poteri dell’autorità di vigilanza sui prezzi e l’istituzione degli Osservatori territoriali, partecipati dalle Associazioni dei consumatori».
L'ALLARME DA BARI
Nei prossimi mesi milioni di famiglie dovranno fare i conti con gli aumenti delle bollette di luce e gas (oltre a quelli già arrivati nell'ultimo anno) e con i prezzi dei generi alimentari in continua ascesa, rincarati in media già più del 10,5% nelle ultime rilevazioni, mentre anche moltissime piccole e medie imprese si trovano schiacciate da costi divenuti insostenibili per l’approvvigionamento di materie prime e di energia, e tutto ciò produce effetti a cascata molto negativi sull’economia e la società italiane: le associazioni datoriali paventano la chiusura di migliaia e migliaia di attività con conseguenti sospensioni dal lavoro o licenziamenti per centinaia di migliaia di lavoratori, mentre l’Istat richiama l’attenzione sull’incombente rischio di precipitare in condizioni di povertà relativa per quasi un quarto della popolazione italiana.
È un grido d'allarme importante quello lanciato dalle Associazioni dei Consumatori pugliesi alle prese con cittadini praticamente terrorizzati.
«Le misure finora adottate si sono rivelate purtroppo insufficienti a fronteggiare una situazione che appare in peggioramento, e alcune evidenziano problemi di attuazione da correggere urgentemente, come la tassazione dei superprofitti delle imprese produttrici e fornitrici di beni energetici, mentre resta sullo sfondo il piano di emergenza energetica per il prossimo inverno, con ipotesi di razionamento del gas malgrado le direttive sul risparmio dei consumi energetici – sottolinea Giuseppe Spagnuolo, Adiconsum Bari -. A questo si aggiungono altri abusi. Alcuni nostri associati ci hanno segnalato che ci sono aziende di fornitura di energia che hanno deciso di rescindere in maniera unilaterale il contratto sottoscritto con i singoli clienti, o di applicare aumenti. Vogliamo essere chiari: questi sono comportamenti illegali. Non è possibile comportarsi in questo modo».
«Il caro bollette è un problema molto grave al quale è l'Europa insieme che deve dare risposte – spiega Pino Salamon, Adoc Puglia -. Una cosa è certa: le speculazioni vanno fermate. Lo Stato sta incassando di più e per questo motivo chiediamo a gran voce che vengano abbassate le aliquote fiscali. Abbiamo presentato un largo panel di proposte per tamponare questa crisi con soluzioni strutturali. Oggi ci sarà una riunione nazionale per verificare quanto fatto e stabilire strategie unitarie nazionali da mettere il programma per far sentire la nostra voce».
Le associazioni dei consumatori già da tempo hanno annunciato per il mese di ottobre iniziative di mobilitazione e protesta da attivare in ambito nazionale, da condividere con i sindacati dei lavoratori, le organizzazioni di categoria dell’agricoltura, dell’industria e dell’artigianato, del commercio e della cooperazione e delle altre forze sociali organizzate in associazioni di volontariato, ambientaliste, culturali, studentesche. Al fine di spingere il Governo ad adottare misure efficaci di contrasto all’inflazione e alle speculazioni che ne influenzano pesantemente il corso, affrontare questa emergenza, realizzare riforme strutturali in tema di tutele dei cittadini, lavoratori e consumatori e di controllo dei prezzi nel mercato energetico e dei generi di consumo, ma anche di rilancio degli investimenti, di sostegno alle imprese in difficoltà e di implementazione della transizione energetica.
«Il 10 giugno le “Pentole vuote” sono scese il piazza – evidenziano Spagnuolo e Salamon -, siamo pronti a ripetere l'iniziativa con più forza se non verremo ascoltati».
Anche se il rischio vero per l'Italia non sono tanto le piazze piene, quanto le tasche vuote di famiglie e imprese a rischio di completo default.