BARI - «Il nostro sindacato ha sempre contestato i limiti dei test Invalsi perché basati su prove standardizzate, incapaci di cogliere la varietà di casi che compongono la multiforme realtà scolastica italiana», tuona il segretario regionale della Flc-Cgil, Claudio Menga. E Rocco Fazio, coordinatore regionale dei dirigenti della Cisl-scuola, interpretando l’auspicio di molti colleghi ma anche di molte famiglie, sogna un ritorno al passato: «La scuola lavora sulle competenze, ma senza le conoscenze di base le prime sono costruite sulla sabbia. La scuole si disperde in mille educazioni, in mille laboratori. Bisogna elevare la qualità del lavoro in classe. I ragazzi con bisogni speciali sono cresciuti di numero, ma tutti sono in affanno. È arrivato il momento di fare un passo indietro: più matematica, più grammatica, più inglese e meno materie trasversali. E poi basta con le rivoluzioni imposte dall’alto: le riforme vanno condivise con gli operatori dell’istruzione».
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