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Covid, in Lombardia 9.141 nuovi casi e 20 decessi

 
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Covid, in Lombardia 9.141 nuovi casi e 20 decessi

In Lombardia il tasso di positività al Covid è del 12,1%, ricoveri in calo nelle intensive.

Giovedì 31 Marzo 2022, 19:42

COVID - Con 75.124 tamponi effettuati è di 9.141 il numero di nuovi positivi da contagio al Coronavirus registrati in Lombardia, con un tasso di positività in calo al 12,1% (ieri era al 12,7%). Il numero dei ricoverati è in lieve calo nelle terapie intensive (-2, 41) e in aumento nei reparti (+4, 1.040). Sono 20 i decessi che portano il totale da inizio pandemia a 39.261.

Per quanto riguarda le province, a Milano sono stati segnalati 3.128 casi (di cui 1.369 in città), a Bergamo 539, a Brescia 1.209, a Como 456, a Cremona 313, a Lecco 403, a Lodi 154, a Mantova 434, a Monza e Brianza 704, a Pavia 509, a Sondrio 143 e a Varese 833.

Covid, Emiliano: la pandemia non è ancora finita

«La fine giuridica della dichiarazione dello stato di emergenza per il Covid 19 non vuol dire affatto che la pandemia sia esaurita, anzi, tutt'altro: assistiamo ad un innalzamento del numero dei contagi e probabilmente ciò si ripeterà sistematicamente nel tempo. Voglio rassicurare, però, tutti i pugliesi del fatto che il dispositivo anti covid è intatto e il decreto legge del governo salvaguarda tutte le strutture vaccinali e ospedaliere che hanno fronteggiato brillantemente il Covid, facendo della Puglia una delle prime regioni italiane nella capacità di risposta a questo terribile contagio».

Lo dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Ovviamente - dice - sono in corso tutte quelle attività amministrative, puramente burocratiche che, sulla base del decreto legge, provvederanno a cambiare i titoli di occupazione delle strutture che non sono proprietà della Regione e, soprattutto, col nuovo direttore nominato dell’Unità istituita per gestire questa fase transitoria, il generale Tommaso Petroni, a cui auguro buon lavoro, di attuare il dispositivo concordato con il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, che ci ha chiesto di non mollare assolutamente sul contrasto al Covid e di continuare sia con le vaccinazioni, che con le prestazioni ospedaliere rese necessarie da questa pandemia». «Aggiungo - continua - che il reparto Covid del Policlinico decentrato in Fiera ha consentito proprio al Policlinico nelle ultime ondate di contagio, di mantenere intatta la sua attività e quindi di non convertire quei reparti che sono destinati a tutt'altro, essendo l’ospedale più rilevante di tutta la regione, e di continuare a curare il Covid in un luogo diverso senza alcuna interruzione della propria attività ordinaria».

Sileri, valutare obbligo vaccino Covid dopo estate a fragili

«Non è da escludere che dopo l’estate potrebbe esserci una ripresa della circolazione del virus, per la quale dobbiamo farci trovare preparati. Sarà la scienza a dirci se saranno necessarie, e per quali fasce di età e categorie di persone, eventuali dosi di richiamo vaccinale per mantenere elevato il livello di protezione della popolazione, possibilmente con nuovi vaccini aggiornati alle varianti prevalenti. Si potrebbe anche valutare in sede politica un obbligo o una forte raccomandazione per le categorie considerate più a rischio». Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri intervenendo a Metropolis, il format video di Repubblica condotto da Gerardo Greco.

Sileri ha fatto il punto sulla fine dello stato di emergenza e sul progressivo allentamento delle misure di contenimento del virus. La fine dell’emergenza, ha sottolineato, «non vuol dire che il virus è sparito ma solo che non occorrono più strumenti straordinari per gestire l’epidemia. Non viene meno soprattutto la necessità di proseguire con la campagna vaccinale, che grazie all’elevatissima adesione degli italiani, oltre il 90% - ha concluso - ci sta consentendo il progressivo ritorno alla normalità».

Covid, Conte: fatto il possibile, se errori chiedo scusa

«Voglio dare un messaggio ai lombardi: vi assicuro che ho imposto restrizioni pesantissime, ma che non l’ho fatto a cuor leggero, l’ho fatto in una situazione di tutela. Abbiamo tutti sofferto con voi, tutte le proroghe sullo stato di emergenza sono state tutte funzionali. Abbiamo fatto tutto il possibile e se abbiamo fatto errori vi chiedo scusa": così' ha detto l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte parlando ad Iceberg su Telelombardia nel giorno della fine dello stato d’emergenza per il Coronavirus.

«Sono contento della cessazione dello stato di emergenza. Ho sentito il Premier Draghi e il ministro Speranza e - ha aggiunto il leader dei 5 stelle caldeggiato che le misure restrittive più severe terminassero con lo stato di emergenza. Sono contento che l’ultimo decreto abbia ridimensionato le misure e le riviste in coincidenza con la fine dello stato di emergenza. Ritengo ragionevole l’alleggerimento alla luce dell’attuale curva. Non dobbiamo ripristinare la normalità, ma approfittarne per sentirci migliori e migliorare le nostre comunità locali e quella nazionale, altrimenti i sacrifici fatti potrebbero risultare inutili».

Addio emergenza Covid: meno regole e tornano prof no vax

Da domani si volta pagina: termina infatti, dopo oltre due anni, lo stato di emergenza che fu proclamato dal governo Conte il 31 gennaio 2020 per la pandemia da Covid ed entrano in vigore le nuove norme che per tutto il mese di aprile eliminano in molti casi il green pass e limitano l'utilizzo del super pass. Il certificato verde andrà però definitivamente in soffitta dal 1 maggio. Con una eccezione: fino al 31 dicembre resta l’obbligo di green pass rafforzato per le visite nelle Rsa e nei reparti di degenza degli ospedali, i luoghi epicentro della prima ondata.

Con le nuove regole non vengono più lasciati senza stipendio tutti coloro che non si sono voluti vaccinare; tra questi ci sono anche i 3800 docenti che potranno fare sì rientro nei loro istituti (previo tampone) ma non saranno a contatto con gli studenti. Un distinguo che sta comportando notevoli problemi organizzativi ai dirigenti scolastici, che non sanno bene a cosa adibirli ("ovunque ci sono ragazzi, nelle scuole» dicono), malumori tra i colleghi e una probabile valanga di ricorsi degli stessi docenti che vogliono tornare nelle proprie classi e non essere adibiti ad altre mansioni. Anche il loro orario di lavoro non è chiaro: secondo alcuni Uffici scolastici regionali devono lavorare 36 ore a settimana, secondo altri le 18 previste dal contratto. I presidi attendono chiarimenti, mentre il ministero dell’Istruzione è al lavoro per la stesura definitiva di un nuovo protocollo per la sicurezza che verrà presumibilmente firmato a breve. Intanto c'è chi come il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso lavora per cambiare la norma: "farli tornare a scuola senza poter fare lezione mi sembra una trovata bizzarra», dice.

Per il resto, da domani l’accesso è libero, e non è più necessario avere almeno il Green pass base, per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste o dal tabaccaio. Addio al certificato verde anche per alloggiare in hotel e strutture ricettive (compresi i ristoranti al loro interno), visitare musei, mostre e biblioteche, per accedere ai parchi divertimento e alle piscine all’aperto, per mangiare nei ristoranti all’aperto, nonché per salire sui mezzi di trasporto pubblico locale (tram, autobus, metro), anche se resta obbligo di mascherina Ffp2 fino al 30 aprile. Per la ristorazione al chiuso, al banco o al tavolo, serve il pass base. Green pass base per salire su aerei, treni, traghetti e pullman intra-regionali (con obbligo di mascherina Ffp2 fino al 30 aprile), partecipare a concorsi pubblici, accedere alle mense, andare allo stadio (con mascherina Ffp2 fino al 30 aprile) e assistere a spettacoli teatrali e concerti all’aperto (sempre con mascherina Ffp2). Dal primo aprile decade, inoltre, il limite alle capienze e dunque anche negli stadi sarà possibile occupare il 100% dei posti. Così come torneranno a capienza piena i bus e le metropolitane. Dal 1 al 30 aprile continua a vigere l’obbligo di super green pass: per gli eventi sportivi nei palazzetti al chiuso (con mascherina Ffp2); per qualsiasi tipo di festa nei locali al chiuso; per cinema, teatri e concerti al chiuso (con mascherina Ffp2); discoteche (qui basta la mascherina chirurgica, da levare solo in pista al momento del ballo); piscine, palestre, centri benessere, sport al chiuso; convegni e congressi, casinò.

Cambia anche la quarantena. Chi entra in contatto con un positivo, anche se non vaccinato, non deve più osservare l’isolamento. L’'obbligo di mascherine al chiuso è al momento stato prorogato fino al 30 aprile. A metà giugno decadono gli obblighi vaccinali per militari, forze dell’ordine, personale scolastico e amministrativo, over 50. Il 30 giugno è il termine fissato per il ritorno in ufficio in presenza nell’ambito privato: fino a quella data ci sarà la possibilità di ricorrere al cosiddetto 'lavoro agilè senza accordi individuali. L’ultima data da segnare è il 31 dicembre, quando decadrà l’obbligo vaccinale per i sanitari.

Addio di Figliuolo, lavoro complesso, grazie italiani

«E' stato un lavoro complesso, grazie davvero a tutti e soprattutto agli italiani": si congeda così il generale Francesco Figliuolo. Con la fine dello stato d’emergenza termina anche il suo incarico come Commissario. Al posto della struttura commissariale ci sarà una nuova Unità per il completamento della campagna vaccinale che opererà fino al 31 dicembre 2022, diretta da un altro generale, Tommaso Petroni.

Figliuolo arriva il primo marzo dello scorso anno. Da poco era partita la campagna di vaccinazione di massa, e la copertura era al 3% (oggi sfiora il 90% della popolazione over 12), il premier Draghi si affida allora all’alto ufficiale, comandante logistico dell’Esercito con un elenco enorme di missioni e onorificenze, in prima linea sin dall’inizio dell’emergenza per allestire le aree di isolamento per gli italiani rimpatriati da Wuhan. Lo incarica di una corsa contro il tempo e contro il virus, che di mese in mese ha spostato più su l’asticella: gli open day, la necessità di diversificare i luoghi di somministrazione e le forniture, l’obiettivo - raggiunto e superato - di vaccinare gli italiani al ritmo di 500mila dosi al giorno, la ricerca entro l’estate di un’immunità di comunità - che invece di fatto non c'è mai stata - la variante Delta, seguita da Omicron, e la necessità della terza dose, poi i vaccini anche ai bambini. Sempre in divisa, da alpino o in mimetica ("Spero rassicuri. Vuole dire oltre 40 anni di impegno, passione e orgoglio"), ha girato l’Italia, dalle grandi città alle piccole isole, per spiegare l’importanza del vaccino e rassicurare sulle forniture. «Penso di aver fatto la mia parte», ha detto in una delle suo ultime uscite pubbliche, per la presentazione del suo libro, ora «cose da fare ne avrò». Si dedicherà all’incarico di Comandante di vertice interforze.

Nel suo ultimo giorno di attività gli arriva il plauso di esponenti del governo, delle Regioni e delle imprese. «Ha svolto un compito difficilissimo senza polemiche, senza liti, rappresentando così il volto migliore della nostra Repubblica: un vero 'civil servant' in divisa», lo ringrazia il ministro Renato Brunetta. Ha aiutato ha uscire dall’emergenza, gli fa eco la collega Mariastella Gelmini. «Un’importante figura di riferimento con cui collaborare concretamente per il successo della campagna vaccinale», per la presidente della Lombardia Letizia Moratti. «Dobbiamo tutti essere grati per il cambio di marcia e di efficacia impresso alla campagna vaccinale nella difficile battaglia al Covid, che ha richiesto un impegno logistico e organizzativo senza precedenti», dice il presidente di Confindustria Carlo Bonomi.

Covid, frenano casi ma risalgono intensive in 7 giorni

Alla vigilia dell’allentamento delle misure anti-Covid, che da domani 1 aprile vedranno un alleggerimento a partire dall’utilizzo del green pass, i dati sull'andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia fanno registrare una stabilizzazione del numero dei casi su base settimanale. Frena, dunque, l’aumento dei contagi, ma crescono gli ingressi nelle terapie intensive nell’arco di 7 giorni. Mentre l’occupazione dei reparti ospedalieri ordinari da parte di pazienti Covid si mantiene sulla soglia di allerta fissata al 15%.
Su base giornaliera, i dati del bollettino del ministero della Salute indicano una diminuzione delle nuove infezioni. Sono 73.195 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore rispetto ai 77.621 di ieri. Le vittime sono invece 159, in calo rispetto alle 170 del giorno precedente. Il tasso di positività è al 15%, stabile rispetto al 14,8% di ieri. Sul fronte ospedaliero, sono 468 i ricoverati in intensiva, 13 meno di ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 9.898 (+27).

Dopo due settimane di netto incremento, rileva il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, dal 23 al 29 marzo c'è stata una sostanziale stabilità dei nuovi casi di Covid-19, che sono stati 504.487 rispetto a 502.773 della settimana precedente (+0,3%). Un quadro epidemiologico, commenta Gimbe, in cui è tuttavia «difficile fare previsioni». Se la corsa del virus SarsCoV2 rallenta sul fronte dei contagi, resta però alta l'allerta sugli ospedali. Sempre nella settimana 23-29 marzo, secondo i dati Gimbe, aumenta l’occupazione dei posti letto in area medica da parte dei pazienti con Covid-19 e si inverte la tendenza in terapia intensiva, che era ormai da diverse settimane in calo. I ricoveri con sintomi sono stati 9.740 rispetto a 8.969 della settimana precedente, pari a +8,6%, mentre sono 487 i ricoveri in terapia intensiva rispetto a 455 di sette giorni prima, pari a +7%. E dopo 6 settimane consecutive di calo, iniziano a ricrescere anche i decessi: sono 953 negli ultimi 7 giorni (+ 3,1%). Sempre rispetto all’occupazione degli ospedali, i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) fotografano invece la situazione relativa alle ultime 24 ore, che indica come l'occupazione dei reparti ospedalieri di area non critica da parte di pazienti Covid sia ferma al 15% - ovvero alla soglia di allerta - a livello nazionale ma cresce in 7 regioni, arrivando a superare il 20% in 8 regioni. L’occupazione delle terapie intensive, invece, è stabile al 5% in Italia, ovvero sotto la soglia di allerta del 10%, ma raggiunge il 12% in Calabria e l’11% in Sardegna. Proprio queste due Regioni vengono indicate come a rischio anche dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica (Altems), il cui Report settimanale rileva che al 28 marzo le due regioni hanno numeri da zona gialla superando, cioè, le soglie di allerta per l’occupazione di terapie intensive e reparti. Arranca infine, avverte Gimbe, la campagna vaccinale: è in ulteriore calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni (302.123), con una media di 43.160 al giorno, e si riducono del 14,1% le terze dosi e del 21,9% i nuovi vaccinati.

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