TARANTO - Sono oltre un centinaio i nomi appuntati su fogli e fogliettini, post-it, biglietti da visita, ritrovati dai poliziotti della Squadra Mobile nella borsa del dirigente Rocco Lucio Scalera il 24 novembre 2022 quando gli agenti piombarono alla fine della terza prova del concorso per l’assunzione di 11 ispettori ambientali all’Amiu.
Nomi e cognomi in alcuni casi accompagnati da segmenti di parole che potrebbero individuare la sorgente della raccomandazione: dati rimasti segreti fino ad alcuni giorni fa quando una parte dell’inchiesta condotta dai poliziotti, guidati dal vice questore Cosimo Romano e coordinata dai pubblici ministeri Lucia Isceri ed Enrico Bruschi, è finita nel fascicolo d’inchiesta «Dominio» condotta dai finanzieri e dal pm Milto De Nozza della Dda di Lecce.
Una nuova indagine che ha portato alla luce, per l’accusa, l’intreccio tra la politica e un presunto clan mafioso a Statte. In carcere sono finiti com’è noto il sindaco Franco Andrioli, due assessori e alcuni presunti affiliati al clan guidato da Davide Sudoso che avrebbe fatto incetta di voti alle amministrative 2021 e portato Andrioli a vince con il 75 per cento dei consensi. In cella, come detto, è finito anche Scalera che, per il pm De Nozza, avrebbe fatto campagna elettorale attraverso Giulio Modeo, figlio del boss Antonio che fu capo indiscusso di Statte e di Taranto prima della guerra con i fratelli....