Sabato 06 Settembre 2025 | 05:59

Bari, «La Sud-Est era un bancomat a disposizione di Fiorillo»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

«Sud-Est era un bancomat a disposizione di Fiorillo»

Il procuratore Rossi insiste sulla bancarotta: 500mila euro spesi dall’ex amministratore in vino e biscotti. L’1 marzo la sentenza

Sabato 17 Febbraio 2024, 06:20

08:42

BARI - «Ferrovie Sud-Est era il bancomat di Luigi Fiorillo, che ha usato i soldi della Regione per pagare lauti compensi a fornitori amici». Una lunga replica, quella della Procura di Bari, alle difese degli 11 imputati per la bancarotta fraudolenta da 240 milioni della più importante società di trasporto pubblico pugliese. Il procuratore Roberto Rossi e la pm Desirèe Digeronimo che (insieme al consulente Massimiliano Cassano) hanno illustrato per molte ore i motivi per cui, secondo l’accusa, gli stipendi d’oro, le consulenze e gli affidamenti senza gara hanno messo in ginocchio Fse creando un «enorme danno» alle casse pubbliche.

La difesa di Fiorillo, amministratore unico per 23 anni che rischia una condanna a 12 anni, ha insistito sul fatto che Fse - in quanto società pubblica - non sarebbe stata «fallibile» perché il suo patrimonio si confonde con quello dello Stato. Ma per la Procura tutto questo è irrilevante: «Una volta che Ferrovie Sud-Est è stata dichiarata insolvente dal Tribunale fallimentare - ha detto Rossi -, il giudice penale non può che prenderne atto. Ed è irrilevante che i bilanci siano stati approvati dal ministero con il parere positivo dei revisori, nel momento in cui emerge la falsità di quei bilanci». Fiorillo è accusato di aver creato il buco con le sue condotte, a partire dai compensi d’oro: sulla carta doveva percepire 48mila euro l’anno, ma dal 2004 al 2015 ha preso 13 milioni grazie alle somme ricevute come assistente del Rup e ad oltre mezzo milione di rimborsi. «Non esiste documentazione che...

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