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Altamura, le tangenti all’ex sindaco Forte: a giudizio altri 11 per appalti truccati

 
Redazione inchieste

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Altamura, le tangenti all’ex sindaco Forte: a giudizio altri 11 per appalti truccati

Il fascicolo dei pm Marco D’Agostino e Claudio Pinto è stato definito nel 2021.

Martedì 28 Novembre 2023, 08:00

13:51

BARI - L’ex sindaco di Altamura, Giacinto Forte, è da tempo andato a processo per corruzione dopo sette mesi di arresti domiciliari che nel febbraio 2018 lo indussero a dimettersi. A oltre sei anni dall’inchiesta che ha travolto diversi Comuni del Barese (e che toccò anche la giunta regionale), il gup Anna de Simone ha disposto il rinvio a giudizio per altre 11 persone accusate - a vario titolo - di altri cinque episodi emersi attraverso le intercettazioni disposte in quella inchiesta e ormai vicini alla prescrizione.

Il fascicolo dei pm Marco D’Agostino e Claudio Pinto è stato definito nel 2021. Nelle indagini entrò e poi fu completamente scagionato anche l’allora assessore ai Lavori pubblici della Regione, Gianni Giannini, che si dimise salvo poi riprendere il suo posto a giugno 2018, dopo l’archiviazione. Ma mentre per i protagonisti principali è stato disposto il giudizio immediato cautelare (a gennaio è prevista la requisitoria della Procura, la sentenza è attesa intorno a Pasqua), per tutti gli altri il procedimento ordinario ha avuto tempi lunghi.

E così adesso andrà a processo anche l’allora segretario del sindaco altamurano, Francesco Tota, accusato di concorso in corruzione per aver fatto da intermediario tra Forte, gli imprenditori Bertin Sallaku (che ha patteggiato) e Michele Fatigati (a giudizio) nella consegna di una mazzetta di 15mila euro per l’aggiudicazione dei lavori al depuratore cittadino in cui avrebbe fatto da mediatore Roberto Tisci, ex vicesegretario del Pd di Acquaviva (che finì in carcere: pure lui ha patteggiato). Di false dichiarazioni al difensore è accusata una ex collaboratrice di Forte, Rosa Immacolata Ventura.

L’inchiesta deflagrò a luglio 2017 con 11 arresti e ha documentato l’inquinamento di una serie di procedure di appalto nei Comuni di Acquaviva, Altamura e Castellana Grotte: Sallaku, tramite Tisci, avrebbe agganciato tecnici e amministratori per ottenere appalti. Per questo l’imprenditore albanese (l’accusa è stata estesa anche alla sua società) e la sua collaboratrice Maria Emanuela Berloco andranno a giudizio insieme all’ex consigliere comunale di Castellana, Domi Lanzillotta, e al progettista Gianluca Loliva per turbativa d’asta: avrebbero ricevuto in anticipo la documentazione amministrativa con cui il Comune di Castellana avrebbe predisporre il bando per la ristrutturazione di una scuola media. Stessa accusa anche per un altro appalto di Castellana, su un depuratore, riguarda anche altri imprenditori. Ma - come detto - i fatti, che risalgono a giugno 2017, sono ormai vicini alla prescrizione. Tanto che sono già caduti alcuni episodi: dai presunti favoritismi di un sottufficiale della Finanza a quattro episodi di falso ideologico e truffa allo Stato per il trasferimento di un avvocato della Regione. Il processo partirà il 1° febbraio davanti alla Seconda sezione collegiale del Tribunale di Bari. 

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