BARI - Un cartellone «6x3» spuntato in settimana a pochi passi dalla sede del Consiglio regionale pugliese nasconde una storia triste dei tempi del covid che sta avendo anche risvolti politici. Tutto parte dalla morte di una donna di 83 anni, durante la pandemia: la denuncia presentata dal figlio accusa le strutture private in cui la madre è stata ricoverata a cavallo tra 2020 e 2021. L’ultimo atto - ora - è l’iniziativa pubblica con i cartelloni pubblicati da una associazione di consumatori per puntare il dito contro le decisioni prese all’epoca dalla Regione e in particolare dall’ex assessore alla Salute, l’epidemiologo Pierluigi Lopalco.
Il figlio della signora deceduta è Nicola Brienza, 49 anni, imprenditore originario di Bitonto che si è trasferito in Cina e che nel 2020 è stato tra i candidati del Pd alle Europee (ha abbandonato i Dem nel settembre 2021 attaccando l’allora segretario regionale Marco Lacarra). A ottobre la Procura di Bari, con il pm Larissa Catella, ha chiesto l’archiviazione della denuncia presentata nel maggio precedente a carico del direttore sanitario e dei medici delle due strutture private in cui la madre di Brienza è stata ricoverata e in cui - secondo la famiglia - avrebbe contratto il Covid che l’ha portata alla morte. E nell’opposizione all’archiviazione depositata dal suo avvocato Brienza chiede «l’estensione delle imputazioni» di omicidio colposo nei confronti dell’ex assessore Lopalco, «in ordine alla disastrosa gestione in quel periodo dell’emergenza pandemica in Regione, e in particolare nella Provincia di Bari»...