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Interruzioni di gravidanza, in aumento anche in Puglia

 
Alessandra Colucci

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Alessandra Colucci

Interruzioni di gravidanza, in aumento anche in Puglia

I dati del Ministero: single tra i 30 e i 39 anni, soprattutto diplomate

Giovedì 02 Gennaio 2025, 09:46

Nel 2022, dopo anni, il numero di interventi di interruzione volontaria di gravidanza in Italia è risalito rispetto all’anno precedente: è quanto emerge dalla relazione annuale presentata al Parlamento dal ministro della Salute Orazio Schillaci, all’inizio di dicembre, sull’attuazione della legge 194/78. Gli interventi eseguiti sono stati 65661, con un aumento del 3,2% rispetto al 2021 quando erano stati 63653.Una tendenza registrata anche in Puglia, dove l’aumento registrato tra il 2021 (5152) e il 2022 (5316) è stato del 3,2%: cambio di rotta, dunque, per il trend del calo continuo, che pareva inarrestabile dal 2007.

FASCE D’ETÀ Tendenza confermata, invece quella degli interventi suddivisi per fasce d’età: come già per la relazione presentata lo scorso anno, anche in quella di quest’anno, le donne pugliesi che hanno maggiormente fatto ricorso all’ivg sono state quelle tra i 30 e i 34 anni (1196) e tra i 35 e i 39 (1128) mentre le ragazze con meno di 15 anni sono state 11 (nel 2021 erano state 15), 461 quelle tra i 15 e i 19 anni, 897 tra i 20 e i 24, 966 tra i 25 e i 29 (nel 2021 erano state 1005), 596 tra i 40 e i 44, 60 tra i 45 e i 49 e, anche nella relazione di quest’anno, così come in quella presentata lo scorso anno, per una sola donna l’età non è stata rilevata (a differenza delle 6 del 2020, relazione presentata nel 2022).

STATO CIVILE Resta invariato anche il dato dello stato civile: nel 2022, così come nel 2021, in Puglia sono state principalmente le single (ovvero più della metà del totale) a scegliere di interrompere la gravidanza: 3109 (il 58,6%) a fronte delle 1903 sposate (35,9%), 272 separate o divorziate (5,1%), 24 vedove (0,5%) mentre per 8 donne (0,2%) lo stato civile non è stato rilevato.

TITOLO DI STUDIO Diverso rispetto allo scorso anno, invece, il dato relativo al titolo di studio: nel 2022 la maggiore percentuale di ivg (42,5%) si è registrato tra le donne – 2247 - con la licenza media superiore, seguite da quelle con la licenza media inferiore – 2215 – pari al 41,9% (lo scorso anno era stato il contrario). Le laureate sono state 693 (13,1%) e 135 (2,6%) quelle con la licenza elementare o senza titolo di studio, mentre per 26 donne (0,5%) non è stato possibile rilevare gli studi compiuti.

SITUAZIONE LAVORATIVA A scegliere di interrompere la gravidanza sono state principalmente le pugliesi occupate (1976, pari al 37,7%) mentre quelle disoccupate sono state 1236, pari al 23,6 e ancora 26 e cioè lo 0,5% quelle in cerca di prima occupazione, 1422 (27,1%) le casalinghe, 570 ovvero il 10,9% le studentesse e 86, pari all’1,6% complessivo, quelle in altre condizione o per le quali non è stata rilevata la professione.

RESIDENZA 4219 pugliesi, pari all’84,4% hanno deciso di interrompere la gravidanza nella propria provincia di appartenenza mentre 778, pari al 15,6 ne hanno scelto un’altra, ma sempre in Puglia. Le donne arrivate in Puglia da un’altra regione sono state 190 ovvero il 3,6% mentre quelle residenti in un altro Paese sono state 120 pari al 2,3%; per 9 donne (0,2) non è stato possibile rilevare la residenza. Delle 5316 donne che hanno scelto di interrompere la gravidanza in Puglia, le italiane erano 4710, mentre 376 quelle provenienti dall’Europa dell’est, 13 da altri Paesi europei, 103 dall’Africa, 2 dall’America del nord, 2 dall’Oceania, 32 dall’America centromeridionale, 68 dall’Asia e per 10 non è stato rilevato il continente di origine.

STRUTTURE E OBIEZIONE Infine, le donne che, nel corso del 2022, hanno scelto di abortire in Puglia lo hanno fatto principalmente in strutture pubbliche, con 4490 interventi, pari all’84,5% a fronte degli 826, pari al 15,5, delle cliniche convenzionate autorizzate. L’interruzione di gravidanza, infine, deve confrontarsi con l’obiezione di coscienza ovvero con il rifiuto dei medici, ma anche di altre figure professionali, a praticare l’intervento. Specialmente tra i ginecologi, infatti, le percentuali di obiezione sono ancora alte: nel 2022, in Puglia, sono stati registrati 208 obiettori, pari al 77,9%; 130 gli anestesisti, pari al 45,3%, e 626, e cioè il 65,1% tra il personale non medico: tutti numeri in calo rispetto alla rilevazione precedente.

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