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Un’«arma» made in Salento per combattere l’osteoporosi

 
Irene Tommasi

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Irene Tommasi

Un’«arma» made in Salento per combattere l’osteoporosi

Dalle ricerche del Cnr di lecce la tecnologia che permette un monitoraggio delle ossa non invasivo

Mercoledì 18 Settembre 2024, 10:28

LECCE - Il monitoraggio della salute ossea diventa «radiation free», libero da radiazioni, grazie alla tecnologia ultrasonografica made in Salento di ultima generazione «Rems», riconosciuta ufficialmente dall’Esceo (Società europea per gli aspetti clinici ed economici dell’osteoporosi, dell’artrosi e delle malattie muscolo-scheletriche) l’alternativa sicura, precisa ed efficace alla tradizionale «Dxa».

La tecnologia Rems (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry) è stata sviluppata dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Lecce, nel 2010 dal team di ricerca guidato dall’ingegnere Sergio Casciaro, luminare nell’ambito della bioingegneria. Il primo brevetto è stato ottenuto nel 2011 e la finalizzazione del primo dispositivo nel 2012. In seguito, sono stati completati importanti studi multicentrici nazionali ed internazionali (su oltre 10.000 soggetti) per la validazione clinica del dispositivo che implementa la tecnologia ultrasonografica Rems nei più autorevoli centri europei di riferimento per la diagnosi dell’osteoporosi.

Segue la presentazione alla comunità medica internazionale al Congresso mondiale sull’osteoporosi, nel 2015. Importanti sono le pubblicazioni degli studi multicentrici nazionali e internazionali su Osteoporosis International ed ESCEO. Oggi, la tecnologia ultrasonografica Rems conferma il proprio valore clinico in ambito diagnostico e afferma la propria presenza in oltre 40 Paesi nel mondo. Entra ufficialmente nelle nuove linee guide dell’Istituto superiore della sanità per la gestione delle fratture da fragilità come best practice a livello nazionale per la continuità delle cure e la medicina territoriale.

Il recentissimo paper Esceo dedicato a Rems “Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry (REMS) in the diagnosis and management of osteoporosis”, pubblicato sulla rivista scientifica Aging Clinical and Experimental Research e frutto di un Working Group ESCEO, ha visto coinvolti i più importanti opinion leader europei ed evidenzia che «la REMS grazie all’assenza di radiazioni ionizzanti, consente l’accesso all’esame a una popolazione più ampia rispetto alla Dual-energy X-ray absorptiometry (DXA), come donne in gravidanza e bambini e può essere ripetibile nel tempo, perché non invasivo». Inoltre, oltre che predire il rischio di frattura a cinque anni mediante il parametro Fragility Score, grazie alla portabilità del dispositivo che implementa la Rems, l’esame può essere somministrato ai pazienti fragili direttamente a letto, in contesti con scarse risorse e persino a casa. Questo abbatte le liste d’attesa per l’esame densitometrico e riduce i costi a carico del Servizio sanitario.

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