L’effetto Carrera sul Bari. Se tre indizi costituiscono una prova, quattro fanno emergere un dato inequivocabile. La vittoria di Castellammare di Stabia, campo tradizionalmente ostile oltre che piccolo e scomdodo, certifica che questo Bari è cambiato. È cambiato soprattutto nella testa, che è poi funzionale a tutto il resto. Alle gambe, al fisico, alle emozioni, al sentimento. Il nuovo tecnico ha prodotto un grande tsunami nel piccolo mondo antico biancorosso. Stravolgendo con calma e serenità abitudini che in questi stessi uomini sembravano ormai aver preso casa.
Lo avevamo scritto. Carrera è un nome che unisce, una scelta intelligente nel peggior momento della gestione De Laurentiis. Da calciatore lo ricordiamo un po’ tutti: aggressivo, tosto, esuberante, oltre che con piedi da centrocampista più che da difensore. Da tecnico si è insinuato in uno spogliatoio scosso con grande umiltà e intelligenza. Trasferendo le stesse qualità a una squadra che sembrava essersi smarrita, persa nelle sua incertezze, vicina a una irreversbile crisi d’identità. Il buon Massimo ha in sostanza adoperato armi diametralmente opposte a quelle che egli stesso utilizzava da calciatore. Ottenendo comunque gli stessi risultati: appunto i risultati. Potremmo definirlo un tecnico-minatore: ha scavato nelle menti dei calciatori, piantandoci dentro il seme della tranquillità. E del divertimento.
La classifica, come sempre nel calcio, non mente mai. Se la Ternana è in vetta e l’Avellino ha recuperato punti ed è secondo, vuol dire che è giusto così. Almeno in questo momento. Ma, forse, aver ripulito la testa dal dover arrivare primi ad ogni costo, si sta trasformando in un vantaggio. C’è più coraggio. Nell’affrontare le partite, nel provare la giocata individuale, nel rendersi conto di essere il Bari. E, dunque, di non dover temere nessuno.
Chissà se la rincorsa potrà mai andare a buon fine. Ma Carrera, e di conseguenza la squadra, hanno avuto il merito di restituire il sorriso alla città «pallonara», a una città che dopo la sconfitta interna contro la Viterbese era caduta in una sorta di depressione sportiva. Nulla è compiuto. Ma almeno si torna a sorridere.