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Bari, un pugno sul tavolo
e le mani sulla serie C

 
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Bari, un pugno sul tavoloe le mani sulla serie C

Quella di Locri non è una semplice vittoria ma qualcosa di più

Lunedì 18 Febbraio 2019, 14:07

Un pugno sul tavolo. Quella di Locri non è una semplice vittoria. Quasi un attentato al campionato, che sta morendo tra le braccia di un Bari forte e cinico quasi in una cosa sola. Sempre più padrone, il galletto. Con la Turris che, dopo aver vinto la partita della vita, è rimasto incollato davanti a uno specchio, vittima di un narcisismo inutile, anzi dannoso. Ora, con undici punti da recuperare, l’idea della rimonta assomiglia a un’acrobazia dialettica. Qualcosa di molto vicino a un miraggio. Prestazione di sostanza. Poche bollicine, quasi tutte dopo il vantaggio del solito Di Cesare. Ma tantissima concretezza. Il primo tempo del Bari è un inno alla solidità. Squadra che occupa bene il campo ma che quasi mai riesce a trovare un armonico sviluppo del gioco. Un po’ perché si contano tanti errori tecnici. E un po’ perché prevale la volontà di cercare subito gli attaccanti, verticalizzando in maniera a tratti frenetica. Si vede che Cornacchini ha catechizzato a dovere i suoi. Predicando calma e, soprattutto, pazienza. Aspettare l’attimo giusto evitando di scomporsi. Non basta, però. Ci scappa qualche attimo di paura quando dopo un calcio d’angolo il Bari consente a De Marco di bruciare sessanta metri palla al piede e di presentarsi davanti a Marfella dopo aver superato in progressione, con sorprendente facilità, un «cagnaccio» come Hamlili. Il portierino barese si oppone bene respingendo d’istinto (8’). Ma che spavento! La produzione offensiva delBari fino all’intervallo è abbastanza scarna. Il centrocampo ha un andamento lento e gli esterni d’attacco faticano a sprigionare qualità. Per innescare Pozzebon ci vorrebbero cross e un certo modo di servirlo. Ma per lui è un pomeriggio complicato nonostante, poi, riesca comunque a concludere verso la porta del Locri. L’occasione più ghiotta arriva al minuto 24: sugli sviluppi di un calcio d’angolo il corazziere biancorosso colpisce di testa da pochi passi. Il pallone, in pratica, va a sbattere su Manno a cui riesce l’affannosa respinta. Lampi, in fondo. Con la partita che resta sostanzialmente equilibrata. E anche decisamente bruttina. Ci vorrebbe il classico episodio per scuoterla. Che, puntuale, arriva dopo appena 4’ della ripresa. Ancora un tiro dalla bandierina. E ancora Valerione a fare la differenza. Controllo freddo, destro letale: 1-0 Bari. Quello che serviva per cambiare l’inerzia del match. Che, infatti, da ora in poi diventa una sinfonia biancorossa. Potrebbe scapparci subito il raddoppio sull’asse Floriano-Hamlili ma il centrocampista, in giornata decisamente poco brillante, divora un’occasione monumentale (16’) calciando fuori con il piede sinistro, a due passi dal portiere calabrese. Cornacchini decide che è il momento di Simeri (fuori Pozzebon, non proprio felicissimo al momento del cambio). E il campo lo premia subito visto che l’attaccante si inventa un gol pazzesco, destro a giro che va a morire sotto la traversa (28’). Sigillo numero dieci, bottino nientemale per chi come lui gioca anche tantissimo per la squadra. Partita in frigo che il gol di Floriano (32’) trasforma in accademia. L’ex Foggia elude bene il fuorigioco su imbeccata di Piovanello e piatto destro chirurgico. E sono undici! Gli ultimi minuti scivolano via con la testa proiettata sul risultato della Turris, bloccata in casa dal Marsala. Resta la parità, in Campania. Col Bari che passeggia a Locri. La capolista se ne va. Sbattendo il pugno sul tavolo. Le mani sulla C. La luce in fondo al tunnel. Il galletto sta tornando.

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