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Cattivi pensieri per 40 minuti
poi la "fede" ha avuto la meglio

 
redazione online

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Cattivi pensieri per 40 minutipoi la "fede" ha avuto la meglio

Quando ci tieni ad una cosa temi di rischiare di perderla

Mercoledì 13 Febbraio 2019, 16:24

Il fascino del calcio risiede anche nella capacità di far vivere ai suoi appassionati stati d’animo completamente diversi nel giro di pochi minuti. Prendete ad esempio quello che è accaduto domenica scorsa durante e dopo i 90 minuti di Bari-Marsala. Siamo intorno al 40’ del primo tempo e il Bari è sotto di un gol, quello segnato da Manfé con la difesa biancorossa a giocare alle belle statuine, gol che diventa pesantissimo quando da Messina arriva la notizia che la Turris è in vantaggio addirittura per 2-0. Sono sincero, mentre racconto alla radio la partita qualche cattivo pensiero lo faccio, se non altro perché il Bari è reduce dalla sconfitta di Torre del Greco e dalle immancabili polemiche seguite. Faccio un po’ di conti in classifica: il Bari aveva nove punti di vantaggio sui campani, ora ne ha sei che potrebbero diventare tre se la Turris vincesse il recupero di Rotonda (quello che si giocherà domani per intenderci). Roba da non credere! Guai, penso, andare al riposo in svantaggio, anche perché qualche fischio al rientro negli spogliatoi potrebbe peggiorare e complicare la situazione. E infatti sull’asse Brienza-Floriano il Bari costruisce il gol del pareggio che mi tranquillizza. La storia poi la conoscete tutti: il Bari, sia pure con qualche sofferenza, batte il Marsala mentre la Turris rovina in riva allo stretto in modo esagerato, tanto che prendiamo tutti con le molle le notizie dei gol che arrivano come ciliegie di Turi, pensando a qualche errore o qualche bufala. Insomma la Turris viene ricacciata ad un eloquente -12 in classifica che potrebbe ridursi ad un -9 nell’ipotesi di un successo nel recupero di Rotonda (cosa che alla luce del naufragio di Messina non è più scontata come una settimana fa). Il tifo, la passione - mi scriveva un amico di Facebook - non sempre si conciliano con la ragione. Quando ci tieni ad una cosa, meglio ancora ad un affetto, temi di rischiare di perderli, anche se la ragione ti dovrebbe suggerire che il rischio è solo teorico quando ci sono fondamenta solide. Come nel caso del Bari. Tornando a casa ritorno sui cattivi pensieri fatti allo stadio e mi dico: ma... cavolo, come potrebbe mai essere possibile che il Bari perda questo campionato? Ce li ha o non ce li ha Brienza, Di Cesare, Floriano, Simeri e compagnia bella? Dove sono calciatori alla stessa altezza nelle altre squadre? Certo, è ovvio che i campionati non si vincono solo presentando liste di supercalciatori per la categoria agli arbitri, ma vivaddio una logica deve pur esserci. E la logica dice che il Bari ha investito molto in ingaggi rispetto alle altre società ed è quindi naturale immaginare che debba concludere il campionato nel modo voluto. Scaramanzia a parte, l’altro vantaggio è quello di poter programmare in anticipo il futuro. Un direttore sportivo di nostra conoscenza che recentemente ha vinto un campionato di D, quello successivo di C ed ora sta risollevando le sorti economiche di un club di A, che quindi conosce bene anche i campionati minori per averli frequentati sino a due stagioni orsono, mi diceva che la differenza fra la D e la C è la stessa che intercorre fra la serie B e la serie A, cioè una grande differenza. In sintesi con una buona squadra di serie D fai fatica in serie C se non la rinforzi in modo adeguato; esattamente quel che accade ad una buona squadra di serie B che pensi di affrontare la serie A senza ricorrere al mercato in modo robusto. Viceversa è sottile la differenza di valori fra la C e la B, tanto è vero che sono numerosi i casi di società che riescono a fare il doppio salto dalla C alla A. Anzi, mi diceva quel direttore sportivo, in quei casi meno si cambia, meglio è. Allora approcciamoci al finale di campionato in tranquillità, in attesa delle prime mosse della società.

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