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L'uomo che spacca le partite
Il Bari si coccola Floriano

 
redazione online

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L'uomo che spacca le partiteIl Bari si coccola Floriano

L'attaccante oggi è il giocatore più determinante tra i biancorossi

Martedì 12 Febbraio 2019, 16:04

Se la Juventus ha CR 7, il Bari si coccola il suo «RF 7». Rispettando i valori e contestualizzando nelle categorie, Roberto Floriano ha sui biancorossi in serie D un effetto assai simile a quello che il fuoriclasse portoghese produce sui bianconeri in A. Perché il 32enne nato ad Albastadt in Germania (ma cresciuto poi in Lombardia) oggi è certamente il calciatore più determinante tra i galletti. L’uomo che spacca le partite con le sue accelerazioni, il turbo che puntualmente salta l’avversario per creare superiorità numerica. Doti persino più importanti dei numeri che, a certificarne l’imprescindibilità, lo eleggono comunque capocannoniere del Bari, con dieci reti, il primo a raggiungere la doppia cifra nella straordinaria batteria offensiva a disposizione di Giovanni Cornacchini. La sua importanza è cresciuta con il passar delle giornate. Perché all’alba della stagione, la punta prelevata dal Foggia si inseriva nel novero degli straordinari solisti di un gruppo che viaggiava senza affanni di sorta. Nel senso che la difesa pugliese era pressoché impenetrabile e bastava soltanto che uno tra i tanti tenori del reparto offensivo andasse a bersaglio per portare a casa il risultato. Non è un mistero, però, che la barca biancorossa abbia cominciato ad accusare qualche sbandamento da dicembre in poi. Quella sicurezza, quell’assoluto senso di superiorità hanno preso a vacillare: le gare si sono fatte più equilibrate, le sofferenze sono aumentate. Basti pensare che, dalla trasferta con il Rotonda in poi, la porta di Marfella (fino a quel punto violata appena quattro volte) è stata infilata in ben otto circostanze: il portiere napoletano è rimasto imbattuto soltanto in due occasioni, con Messina ed Igea Virtus, entrambe al San Nicola. Ebbene, nel frangente più delicato, Floriano si è isolato come autentica fonte di gioco. Le sue volate sulla sinistra sono un classico delle azioni baresi: se si soffre, palla al numero sette che parte in dribbling seminando avversari. I numeri riassumono al meglio lo straordinario rendimento dell’esterno offensivo. Le sue dieci marcature sono spalmate su venti presenze e su 1.225 minuti disputati: in pratica, media perfetta di mezzo gol a partita, nonché di una rete ogni 122 minuti. Ma al conto vanno aggiunte altre perle, come due assist decisivi (a Simeri in trasferta con il Gela, a Neglia nella gara di Sancataldo) e il rigore procurato con il Marsala. Altre statistiche vanno sottolineate. Floriano, innanzitutto, è il bomber del San Nicola: otto marcature su dieci sono state realizzate in casa. Facile intuirne il motivo: il manto perfetto dell’astronave progettata da Renzo Piano esalta al meglio la sua tecnica in velocità. E ancora. Otto dei suoi gol sono arrivati nei primi tempi, proprio perché lo spunto individuale spesso risulta determinante per sbloccare i match: persino le difese più guarnite non riescono a stare al passo dell’ala biancorossa. Non a caso, addirittura sei volte è stato il primo marcatore dei galletti colpendo il Messina all’andata (è stato anche il primo gol del Bari nell’attuale torneo di serie D), il Città di Messina, la Nocerina, il Roccella, l’Igea Virtus, il Marsala. Inoltre, le sue reti hanno contribuito ad otto vittorie ed un pareggio, risultando match winner sia contro il Città di Messina (1-0), sia nel viaggio di Sancataldo (suo il centro del 2-1 definitivo). Proprio la Sancataldese, peraltro, è l’unica compagine alla quale Floriano ha segnato nella ripresa. Ed anche su questa nota c’è un motivo: il numero sette, infatti, non ha mai disputato per intero i 90’. Nella maggior parte dei casi è stato sostituito, mentre in rare circostanze è entrato dalla panchina. La ragione è facilmente intuibile: Cornacchini tende a preservare la sua arma letale. Perché Floriano è continuamente sollecitato sullo scatto che deve produrre a getto continuo durante le gare, esponendosi ad un notevole sforzo muscolare. Durante la stagione ha anche accusato un paio di intoppi in tal senso: in Coppa Italia con il Bitonto e nell’incontro di ritorno con il Messina. In tali casi, la sua esperienza si è rivelata preziosa per capire il momento in cui fermarsi e non incorrere in stop più lunghi. Fa bene, quindi, il tecnico a dosarlo: ora più che mai «RF7» è indispensabile per chiudere il conto promozione una volta per tutte.

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