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La metamorfosi del fantasista di Cantù
Brienza dispensa sicurezza e piglio da leader

 
redazione online

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La metamorfosi del fantasista di CantùBrienza dispensa sicurezza e palio da leader

Ciccio-gol ha interrotto il lungo digiuno: il Bari ha ancora bisogno di lui

Lunedì 11 Febbraio 2019, 18:39

La sua ultima esultanza al San Nicola risale a 268 giorni fa. Allora, il Bari sognava ancora la serie A: la vittoria per 2-0 sul Carpi all’ultima giornata della regular season della scorsa serie B valeva all’epoca il sesto posto ed il turno preliminare dei play off da giocare in casa con il Cittadella. Un’illusione durata un respiro. Perchè subito dopo emersero le defaillance che portarono all’inversione di campo sugli spareggi promozione (ed alla conseguente eliminazione per mano del Cittadella), nonché al tragico fallimento consumatosi in luglio. Ma quella notte del 18 maggio il popolo biancorosso nutriva la speranza che Franco Brienza potesse trascinare i galletti nel massimo campionato. Un suo magico sinistro dal limite valse il raddoppio sugli emiliani. Nessuno avrebbe mai immaginato che la sua successiva esultanza davanti ai tifosi baresi sarebbe avvenuta addirittura in serie D, contro il Marsala. Ma tant’è. Tuttavia, ha un sapore particolare la marcatura del numero dieci. Il penalty trasformato contro i siciliani, infatti, è valso il ribaltamento di una partita cominciata male. È stato il classico calmante per contrastare un’imminente crisi di panico conseguente alla sconfitta di domenica scorsa contro la Turris ed allo 0-1 parziale subito dal Marsala. Proprio nel frangente più delicato, invece, Brienza si è caricato la squadra sulle spalle: ha inventato il filtrante che poi Floriano ha tramutato nell’1-1 e si è presentato sul dischetto per siglare il sorpasso biancorosso. Nell’arco del match, inoltre, ha dispensato sapienza, sicurezza e piglio da leader, gestendo ogni pallone alternando lucidità a lampi di genio. Brienza finora ha segnato solo due gol, entrambi su rigore (a Rotonda l’altra marcatura dal dischetto). Ha subito l’impatto di dover giocare in trasferta su campi spesso piccoli ed irregolari. Magari sta soffrendo una categoria che per caratteristiche è lontana anni luce dalla sua concezione. Eppure, nei momenti difficili, nei frangenti di incertezza, il Bari probabilmente ha ancora bisogno di lui. Della sua classe, del suo carisma, della sicurezza che la sua sola presenza infonde ai compagni. Insomma, anche alla soglia dei 40 anni il fantasista di Cantù è ancora un autentico cardine per la truppa di Giovanni Cornacchini.

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