Lunedì 13 Ottobre 2025 | 08:22

«Questa Puglia non è un albergo»

 
 Stefania Di Mitrio

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Stefania Di Mitrio

Bari è meta d'elezione di turisti e crocieristi, ma incombe il caro prezzi

Bari vecchia invasa di turisti

Il Movimento di Lotta per la Casa Bari ha lanciato una campagna di raccolta firme contro l’iperturistificazione e gli affitti brevi: una riflessione sul problema

Lunedì 13 Ottobre 2025, 05:21

Le città non sono solo un insieme di edifici e strade: sono sogni, esperienze e sfide quotidiane. Rappresentano la cultura di chi la vive con le sue architetture, i monumenti e le tradizioni locali che raccontano la storia e l’identità di una comunità. Vivere in una città significa assorbirne l’anima. In questi ultimi anni però il cosiddetto overtourism in cui una destinazione turistica riceve un numero eccessivo di visitatori, sta causando impatti negativi sulla qualità della vita dei residenti. Tra queste vi è anche la Puglia e il suo capoluogo dove pullulano b & b ad ogni angolo con conseguente conversione selvaggia di unità abitative in strutture alberghiere, che hanno depauperato la struttura urbana della città, togliendola a chi la vive e consegnandola unicamente nelle mani di chi possiede gli edifici. I quartieri, le piazze, i mercati che rappresentano luoghi di memoria e appartenenza, vengono sempre più sottoposti al sovraffollamento e alla pressione sui servizi. A tale proposito il Movimento di Lotta per la Casa Bari ha lanciato una campagna di raccolta firme contro l’iperturistificazione e gli affitti brevi intitolata Questa Puglia non è un albergo. Con lo slogan le nostre case non sono merce, le nostre città non sono vetrine, sono scesi in piazza, organizzando un momento di discussione e di lotta per fermare la speculazione di chi divora la città e il territorio. La raccolta firme si svolgerà con banchetti in vari quartieri della città fino a fine novembre per culminare poi in una manifestazione l’11 dicembre dinanzi alla sede della Regione. 

Giacomo Biancofiore, attivista del Movimento, negli ultimi anni Bari e in generale la Puglia, sono state prese d’assalto dai turisti. Questo ha causato un grave impatto con il diritto alla casa? 

«Può sembrare inconcepibile lamentarsi del turismo in Puglia, considerando che negli ultimi anni ha reso la regione celebre ed attraversata da persone di tutto il mondo. Eppure il fenomeno dell’overtourism ha trasformato la città in un gigantesco villaggio vacanze a cielo aperto. Mentre palazzinari, piattaforme e fondi immobiliari fanno profitti d’oro, le persone che vivono la cittànon trovano più una casa a prezzi accessibili. Un contrasto insopportabile se si pensa che la casa nella vita delle persone rappresenta contemporaneamente un punto di partenza e di arrivo e in città, oggi, sono state bruscamente private di questo punto di riferimento fondamentale. Chi già viveva in affanno è stato abbandonato alla propria sorte e chi rappresentava il ceto medio deve abbandonare i luoghi dove ha sempre vissuto per migrare in comuni limitrofi dove gli affitti sono più accessibili».

L’aumento dei flussi di visitatori è una sfida che le amministrazioni sono chiamate a fronteggiare. Come nasce la Campagna di raccolte firme?

«Abbiamo cercato di pensare un’iniziativa che potesse portarci ad incontrare più persone possibile, e quindi di attraversare la città chiedendo di esprimersi circa la volontà di rendere prioritaria la regolamentazione della turistificazione selvaggia. Si parte dai banchetti per le firme, per confrontarsi su un’idea di economia della città che non sia predatoria dei diritti e dei bisogni delle persone. Dalle firme quindi come strumento di pressione politica alla discussione sul conflitto fra leggi su proprietà edilizia e inviolabile diritto all’autodeterminazione e all’accesso alla città». 

Insomma il diritto alla casa è parte del diritto alla città? 

«Certamente, e per questo ieri abbiamo lanciato la Campagna in piazza Cesare Battisti a Bari con un dibattito dal titolo Overtourism, diritto alla città e pratiche di resistenza in cui, oltre al nostro Movimento sono intervenute realtà attive sul diritto alla casa come Plat di Bologna e la Rete Set di Napoli e il ricercatore dell’Uniba Alessandro Senaldi. Abbiamo inoltre proiettato il documentario Recinti urbani di Francesco Cerrone, con cui il regista napoletano ha analizzato come cambia, si modifica e si trasforma l’aspetto urbano delle città sotto la spinta dei fenomeni della turistificazione e della gentrificazione».

La città non è solo un luogo funzionale, ma è anche parte dell’identità del cittadino. Qual è la città che volete?

«Ci battiamo quotidianamente per una città che possa consentire una vita degna di questo nome a tutti coloro che la abitano. Questo significa che il welfare deve essere pensato e gestito a monte per l’intera collettività e non in forma emergenziale con il volontariato che insegue l’emergenza causata dalle lacune istituzionali. È certamente un passaggio irrealizzabile nell’attuale modello socio-economico, ma combattendo la città-vetrina a uso e consumo del consumatore e la conseguente omologazione dei gusti che priva la città della sua anima, proviamo ad attaccare uno dei pilastri del sistema». 

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