Sabato 06 Settembre 2025 | 12:11

Ossa umane in un crepaccio
forse vittima di lupara bianca

 
Rita Schena

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Rita Schena

vieste

Martedì 06 Marzo 2018, 12:25

17:46

MANFREDONIA (FOGGIA) - Un po' alla volta il Gargano sta restituendo corpi, resti umani: sono quelli delle tante vittime di lupara bianca che negli ultimi decenni hanno accompagnato il radicamento della criminalità organizzata sul territorio di Vieste, Mattinata e Monte Sant'Angelo, territori meta ogni anno, per la loro bellezza, di centinaia e centinaia di turisti. Sabato scorso le ossa di un piede sono state trovate sul fondo di una gravina, ad una profondità di circa sei metri, in località 'Paradiso selvaggiò, a Vieste. La scoperta, di cui si è avuta notizia oggi, è la seconda del genere nel territorio dello stesso Comune, a distanza di soli pochi giorni.
E’ stata fatta dai carabinieri Cacciatori degli Squadroni di Calabria e Sicilia, impegnati insieme a quelli di Sardegna in un lavoro di ispezione degli anfratti naturali che caratterizzano il Gargano, attività che viene fatta in attesa dei colleghi che a breve si stanzieranno definitivamente sul promontorio.

I militari hanno trovato un paio di vecchi stivali di gomma, del tipo di quelli generalmente usati per portare al pascolo e governare greggi e armenti, uno ormai quasi completamente disfatto, l’altro quasi integro. E proprio all’interno di quest’ultimo c'erano le falangi di un piede. Le condizioni di quanto ritrovato fanno inevitabilmente pensare che i resti umani fossero là da tempo e che - come nel caso emerso pochi giorni fa - si tratti del corpo una delle tante vittime di «lupara bianca». Il 2 marzo scorso i carabinieri Cacciatori trovarono ossa umane ammucchiate tra i resti di animali, sul fondo di una gravina naturale tra Vieste e Mattinata, ad una profondità di oltre 30 metri. Anche in questo caso si ipotizza che si tratti dei resti di una vittima di lupara bianca.
I resti umani ritrovati, come nell’altro caso, verranno inviati al Ris di Roma, per gli accertamenti tecnici finalizzati a identificare quest’altra vittima della criminalità organizzata locale. Proprio nella stessa località dove sono state ritrovate le ossa del piede, il 6 luglio del 2011, era stata ritrovata la Fiat Punto del 21enne Francesco li Bergolis, misteriosamente scomparso un mese prima, appartenente alla nota famiglia di Monte Sant'Angelo, coinvolta in una sanguinosa faida che per anni ha disseminato il territorio garganico di morti e feriti. Non si esclude, quindi, che i resti possano appartenere proprio a Francesco li Bergolis. Negli ultimi 25/30 anni sarebbero una trentina le persone scomparse nella zona e mai ritrovate. (di Luisa Amenduni, ANSA) 

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