Sabato 06 Settembre 2025 | 15:03

Sud-Est, dolce vita di Fiorillo
«Un milione in pranzi e cene»

 
Sud-Est, dolce vita di Fiorillo «Un milione in pranzi e cene»

Il manager frequentava i migliori ristoranti di Roma Quasi centomila euro l'anno di fitto per la casa in centro l'indagine per bancarotta

Mercoledì 07 Febbraio 2018, 13:34

BARI - A mezzogiorno poteva magari aver voglia di tartufo. E dunque, perché no, scattava il tagliolino di ordinanza (60 euro a porzione), innaffiato da un Veuve Cliquot brut rosè millesimato (160 euro). Poi un baccalà mantecato con crostoncini di pane (22 euro) e, per finire, un tiramisù. Luigi Fiorillo non si faceva mancare niente: a tavola sapeva scegliere il meglio. E oltre ad essere costato 12,9 milioni tra contratti «cococo», consulenze come assistente al responsabile appalti e indennità di amministratore, l’ex numero uno di Ferrovie Sud-Est era anche un maestro della nota spese: dal 2004 al 2015 ha presentato richieste di rimborsi per 1,1 milioni.

A fare i conti è stato uno dei consulenti della Procura di Bari, Massimiliano Cassano, che ha messo in fila i documenti forniti dalle Sud-Est. La bottiglia di vino francese da 2.600 euro consumata nell’enoteca Capranica di Roma è certamente suggestiva. Ma lo è forse di più il fatto che in alcuni anni, tra il 2009 e il 2011, Fiorillo amava mangiare e bere fuori casa tutti i giorni, quasi sempre in compagnia e a spese dell’azienda.

Il manager tarantino era di casa da Nino, uno storico ristorante toscano di via Borgognona, rustico ma molto apprezzato a Roma per i vini rossi e le carni: ci sono centinaia di fatture rimborsate da Sud-Est, che nel 2012 ha pagato ad esempio 70 euro per due piatti di tagliatelle al tartufo o 240 euro per una bottiglia di vino. Ma per qualcosa di più sofisticato Fiorillo sceglieva la sede romana di El Toulà, il prestigioso ristorante gourmet dove poteva capitargli di ordinare una degustazione con vini (200 euro per due), l’amato tartufo, piuttosto che una bottiglia di Chianti Classico «Tenute Marchese» (46 euro) o di Tassinaia «Tenuta del Terriccio» (66), per accompagnare un menù vegetariano (50 euro) piuttosto che due carrè di agnello (64). Per innaffiare due astici al vapore con fagiolini corallo (62 euro) sceglieva invece un banale Muller Thurgau da 25 euro. Salvo riprendersi, qualche giorno dopo, stappando un Pouillyy Fumè da 180 euro ad accompagnare tra l’altro una composizione di gamberoni rossi di sicilia (87 euro per 4), un culatello di zibello (26) e tre millefoglie di pesce spada (93 euro) per un conto totale di 497 euro.

Ma per mangiare pesce, Fiorillo non disdegnava Il Sanlorenzo, definito «la migliore cucina di pesce della Capitale». Che prezzi, però: a marzo 2009 una spigola di mare da 1,3 chili a 117 euro, più antipasti e vino per un totale di 267 euro. Due mesi prima, 800 grammi di pescato (81 euro) e il vino (240) erano venuti via per 374 euro.

Detto per inciso, fino a qualche mese fa Fiorillo ha vissuto a Roma in pieno centro in una casa (due appartamenti distinti) il cui contratto di fitto, intestato alla compagna, valeva 98mila euro l’anno. Siccome è caduto in disgrazia, e siccome almeno quello doveva pagarselo da solo, nel 2016 l’ex manager ha stipulato un contratto con un istituto del Vaticano per un appartamento non molto lontano, tra largo di Torre Argentina e Campo de Fiori, ma molto più economico (30mila euro l’anno). Non è la stessa cosa, però: ai tempi beli, quando aveva un languorino la mattina alle 10, Fiorillo scendeva in piazza di Spagna per una cioccolata o un the da Babington, dove magari capitava anche un prosecchino. Magari in compagnia: tanto pagava Sud-Est.[m.s.]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)