BARI - Il 2017 dell’Ilva volge a conclusione con una nuova iniziativa della Regione Puglia e del Comune di Taranto che nel braccio di ferro col governo sul futuro del siderurgico, propongono la modifica del decreto (Dpcm) che contiene il piano ambientale dell’Ilva e su cui pende il ricorso al Tar presentato dai due enti. Che si rivolgono direttamente a Gentiloni: «invieremo la nostra proposta di modifica entro dieci giorni. Il premier ci convochi, facciamo ripartire il tavolo».
All’indomani del ritiro della richiesta di sospensiva sul Dpcm da parte di Regione e Comune, il governatore Michele Emiliano e il sindaco, Rinaldo Melucci, hanno riunito nella sede della Regione a Bari i rispettivi staff tecnici per mettere a punto la bozza di «un atto giuridicamente vincolante» che modifichi il decreto nella direzione richiesta dai due enti. La proposta, ha spiegato il sindaco Melucci, sarà inviata entro dieci giorni alla Presidenza del Consiglio e ai dicasteri competenti. «Gentiloni ci convochi - ha detto Emiliano - può contare sulla nostra disponibilità anche nei giorni festivi ad un incontro che faccia immediatamente far ripartire il tavolo inopinatamente interrotto il 20 dicembre».
L’iniziativa, hanno spiegato ai giornalisti, è stata presa sulla base «della disponibilità del Mise» ad elaborare un documento in questa direzione. Ma non c'è nessun passo indietro, spiega Emiliano, chiarendo non solo che «fino alla stipula di questa intesa il ricorso al Tar non verrà ritirato», ma anche che la richiesta di sospensiva del decreto revocata da Regione e Comune (iniziativa che ieri ha contribuito a rasserenare moderatamente il clima) «potrà essere reiterata in qualunque momento, se si blocca la trattativa».
Emiliano, infatti, mostra di non volere recedere dalla sua posizione avvertendo che «il ricorso è fondato perché purtroppo le illegittimità in cui il governo è incorso sono tantissime, e se le richieste di Regione Puglia e Comune di Taranto non fossero accolte, posso garantire che allora sì, di fronte alla indisponibilità del governo di venire a più miti consigli con il Comune e con la Regione, c'è il rischio che all’Ilva succeda qualcosa». E la colpa, puntualizza, non sarà di chi ha indicato le illegittimità, ma di chi le ha commesse «sacrificando il diritto alla salute dei cittadini».
I tecnici di Comune e Regione lavoreranno nei prossimi giorni alla bozza che conterrà le proposte di modifiche al Dpcm. Emiliano e Melucci non sono entrati nei dettagli. «Continuiamo a insistere - si è limitato a anticipare Emiliano - perché sia applicata, anche in via negoziale, la Legge regionale sulla previsione di danno sanitario, in modo tale da avere un modello predittivo per capire quali sono i livelli futuri di attività della fabbrica compatibili con la salute». «Vogliamo mettere gli esiti di questa riunione a conoscenza prima del governo dell’investitore e dei sindacati - ha detto - e vogliamo che le valutazioni vengano fatte in quell'ambito». «Ci auguriamo - ha concluso - che la nostra richiesta di essere ricevuti da presidente del Consiglio, che con grande garbo ci ha richiesto di aderire al suo appello di riapertura della discussione, venga accolta». (di Paola Laforgia, ANSA)