NICOLA PEPE
BARI - Può l'assessore al bilancio dichiarare candidamente durante la seduta del consiglio comunale di non sapere nulla su una delibera che riguarda proprio una variazione di bilancio? A giudicare dalle sue parole, incise su un video della ripresa dei lavori dell'aula Dalfino, sembrerebbe proprio di sì. Un episodio che ha davvero del grottesco e che dovrebbe far riflettere sul clima politico a Palazzo di città: l'assessore al bilancio, Alessandro D'Adamo, chiamato in causa lunedì sera per riferire sulla delibera di «Realizzazione di playground diffusi negli spazi pubblici di Bari per favorire la diffusione della pratica sportiva amatoriale» per due milioni di euro, ha letteralmente allargato le braccia dichiarando al microfono: «Purtroppo apprendo come voi oggi di questa iniziativa... quindi chiedo al presidente di convocare Ranieri e l'ing. Ninni per dare spiegazioni al consiglio e a me di questa iniziativa». A distanza di 12 ore, rendendosi conto di averla fatta grossa, ha corretto il tiro diffondendo una dichiarazione con la quale «condivide il contenuto del provvedimento» e precisa che la sua «riserva era meramente riferita a questo dettaglio tecnico e non certo al bando a cui ci stiamo candidando o ai progetti che l’amministrazione ha scelto di realizzare» e che tuttava non aveva «potuto valutare «con la struttura tecnica di una altra ripartizione comunale la procedura utilizzata per la stipula del mutuo». Insomma, un valzer di parole per mettere una pezza.
Assente il sindaco Decaro alla seduta, a tentare di spegnere il fuoco ci aveva pensato l'assessore Galasso fornendo chiarimenti alle minoranze che avevano sollevato il caso. Ma la toppa è stata peggio del buco, perchè Galasso ha «ricordato» che il progetto era stato approvato con una delibera di giunta, e che la variazione di bilancio era un mero atto tecnico, evidenziando come a quella riunione di giunta l'assessore D'Adamo era assente. Tecnicamente, la procedura è legittima, ma politicamente nel momento in cui un atto «mette le mani nel bilancio» può escludere dal processo decisionale l'assessore al ramo? O due tecnici, quelli tirati in ballo da D'Adamo, possono in realtà aver scavalcato l'organo politico?
Va vista però anche l'altra faccia delle medaglia. Di certo c'è che l'assessore D'Adamo, cui è stato ritualmente notificato via pec l'ordine del giorno del consiglio comunale, con nove proposte di delibere urgenti, forse avrebbe potuto (o dovuto) documentarsi: gli sarebbe bastato leggere l'ordine del giorno per rendersi conto che in aula si sarebbe discusso e votato su qualcosa che lo riguardava. E' davvero frutto di superficialità (in tal caso sarebbe politicamente discutibile) oppure c'è qualcos'altro sotto? La delibera, alla fine, è passata con 15 voti a favore, 7 astenuti (tra cui i tre consiglieri riconducibili alla cordata politica di D'Adamo, ovvero Mauridinoia, Pisicchio & c.) e un voto contrario.
Un dato, quello sui numeri, che la dice lunga sugli equilibri risicati della maggioranza politica che dovrebbe contare su un numero oscillante tra i 19 e 23 consiglieri ma che l'altra sera è riuscita a superare lo scoglio di sole due delibere sulle 9 aventi carattere di urgenza che arrivavano dalla giunta come «suppletivo». Infatti, se la prima delibera (quella della dichiarazione di D'Adamo) è passata con 15 voti favorevoli, l'altra (un debito fuori bilancio per una sentenza della Corte di appello, è stata approvata con 19 voti (compreso il presidente Di Rella) poichè le minoranze non hanno votato; la terza, invece, al momento della votazione si è sciolta come neve al sole perchè il consigliere comunale Fabio Losito si è allontanato dall'aula facendo venir meno il numero legale. Il provvedimento riguardava una votazione alla variazione di bilancio per una proposta di delibera dell'assessore alla cultura Maselli: mal di pancia improvviso?
Ieri il Consiglio comunale ha approvato una delibera che candida al bando del Credito sportivo la realizzazione di 13 aree pubbliche per lo sport sparse in tutta la città. Per quanto mi riguarda condivido assolutamente il contenuto del provvedimento, ma non avendo potuto valutare con la struttura tecnica di una altra ripartizione comunale la procedura utilizzata per la stipula del mutuo, ho chiesto ai dirigenti di relazionare in Consiglio. La mia riserva al momento era meramente riferita a questo dettaglio tecnico e non certo al bando a cui ci stiamo candidando o ai progetti che l’amministrazione ha scelto di realizzare. Ad ogni buon conto credo che la soluzione proposta e adottata possa essere utile al raggiungimento del nostro scopo, che è quello di dotare la città di nuovi playground sportivi che possano offrire a tutti la possibilità di fare sport senza doversi rivolgere a impianti privati".