BARI - «Lo spettro della siccità impone sacrifici, non colmabili con le iniziative utili ma ad effetto placebo della riduzione di pressione e dell’installazione di autoclavi». Lo sostiene il presidente della Commissione regionale bilancio, Fabiano Amati (Pd), intervenendo con una nota sulla situazione della siccità in Puglia e sulle nuove misure di contenimento dei consumi.
«La risposta emergenziale sta in una moderna organizzazione della grande adduzione che investa risorse. Senza perdere tempo occorre - secondo Amati - portare avanti almeno 4 interventi: rimettere in piena funzionalità gli schemi idraulici, consentendo ad ognuno il massimo invaso e la massima distribuzione; accordarsi con Enel sull'utilizzo emergenziale delle acque del Cogliandrino; dare piena funzionalità dell’invaso Pappadai con destinazione ad usi prevalentemente idro-potabili; riconfigurare la diga inutilizzata del Rendina, così da recuperare con facilità 40 milioni di metri cubi di acqua».
«Accanto a questo bisogna pure dire, senza temere le critiche, che la questione della siccità - aggiunge Amati - investe la necessità di dare maggiore efficienza al settore che più utilizza l’acqua: l’agricoltura. Occorre altresì portare al massimo sviluppo l’affinamento dei reflui, accogliendo e generalizzando le tecniche di potabilizzazione dei reflui, aprendo così la strada all’irrigazione per aspersione, allo stato vietata con l’utilizzo delle acque semplicemente affinate».
Sui dissalatori Amati infine sottolinea che «non sono una risposta emergenziale alla siccità. Riguardano semmai una scelta diretta ad introdurre nel lungo periodo un processo industriale nuovo e dotato di necessaria continuità funzionale. In altre parole, non può esistere un dissalatore che a fronte degli alti costi di gestione sia indirizzato ad uso sporadico, cioè in funzione nei momenti di scarsità e quindi d’emergenza, perché i periodi di inattività pregiudicano il suo funzionamento proprio nel momento del bisogno».