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È nel Sarmento
il salvadanaio
di acqua lucana

 
diga basilicata

Mercoledì 04 Ottobre 2017, 10:56

di ALESSANDRO BOCCIA

Oltre che dalle piogge, una boccata d’ossigeno per le dighe lucane potrebbe arrivare dalle opere infrastrutturali, attese da decenni, finalizzate a captare acqua dai fiumi e trasferirla negli invasi. In attesa del rifacimento della traversa del Sauro i cui lavori, anch’essi progettati e finanziati, richiederanno un paio di stagioni prima che le relative acque possano essere intercettate e trasferite nella diga di Monte Cotugno, è la traversa del Sarmento che nella prossima stagione delle piogge potrà rendere concreto l’intento delle istituzioni di accumulare più acqua. Per quest’ultima, situata al confine tra i comuni di Noepoli e San Giorgio Lucano, infatti, i lavori sono ripresi pochi giorni fa e nel giro di un paio di mesi dovrebbero rendere funzionale e operativa la derivazione delle acque dal fiume Sarmento fino all’invaso di Senise. Gli interventi, per un importo di un milione e 170mila euro, sono stati finanziati dalla Regione Basilicata all’Eipli, l’Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia. L’opera ebbe inizio negli anni Ottanta e nel corso degli anni ha subito notevoli rallentamenti per difficoltà operative connesse alle proibitive condizioni dei terreni da scavare in galleria, ma anche dovuti ad intoppi burocratici.

Ora finalmente sembra vicina l’operatività dell’infrastruttura, costituita dalla già realizzata traversa sul fiume Sarmento e dalla galleria idraulica di collegamento tra la traversa stessa e l’invaso di Monte Cotugno, opera della lunghezza complessiva di quasi 5 chilometri, di cui 3mila e 880 metri circa in galleria recentemente completata. I lavori previsti nell’intervento in corso, sostanzialmente, consistono nello svuotamento dell’invaso e del condotto che collega lo stesso alla galleria di vettoriamento idrico, dalla terra accumulatasi nel corso degli anni. L’obiettivo dell’intervento è fare in modo che dal fiume Sarmento si possano captare fino ad 80 milioni di metri cubi di acqua in più da trasferire annualmente nel più grande invaso in terra battuta d’Europa, a Senise. La notizia dell’avvio dei lavori già nelle scorse settimane aveva ottenuto il plauso degli imprenditori agricoli dell’area, in quanto si tratta di un passo decisivo per il completamento dello schema idrico Ionico-Sinni che rappresenta lo schema più complesso ed importante presente sul territorio lucano.

L’altra importante opera, quella del Sauro, destinata a recuperare maggiore risorsa idrica e completare l’infrastrutturazione dello schema jonico, consiste nella ricostruzione e riefficientamento della traversa danneggiata nel corso degli anni, potrebbe far confluire nella diga di Senise mediamente 30 milioni di metri cubi l’anno. Al momento i lavori non sono ancora iniziati; infatti l’Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia è in attesa della valutazione di impatto ambientale da parte della Regione Basilicata. Il progetto esecutivo è in corso di validazione ed è coperto da fondi della Regione Puglia.

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