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Corruzione e mafia, tornano
in libertà 3 politici tarantini

 
Rita Schena

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Rita Schena

Corruzione e associazione mafiosatornano in libertà 3 politici tarantini

Mercoledì 26 Luglio 2017, 15:47

27 Luglio 2017, 09:55

TARANTO - Il Tribunale del Riesame di Lecce ha disposto la revoca della misura cautelare nei confronti del sindaco di Avetrana Antonio Minò (era in carcere per l’ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa), dell’ex consigliere comunale di Manduria, Nicola Dimonopoli (era ai domiciliari per voto di scambio politico mafioso) e dell’ex vice sindaco di Erchie Domenico Margheriti (era ai domiciliari per corruzione aggravata), coinvolti nell’inchiesta della Squadra Mobile di Taranto, coordinata dalla Dda di Lecce, sfociata il 4 luglio scorso nell’esecuzione di una misura restrittiva nei confronti di 27 persone.

Gli inquirenti ritengono, con questa operazione, di aver disarticolato un’associazione di tipo mafioso, considerata frangia della Sacra Corona Unita, strutturata in tre gruppi collegati tra loro, che avrebbe operato nel versante orientale della provincia di Taranto e nei comuni limitrofi del Brindisino e del Leccese e che avrebbe avuto anche collegamenti con la politica. Resta agli arresti domiciliari il sindaco di Erchie, Giuseppe Margheriti.
I giudici del Riesame hanno confermato le misure per Luciano Carpentiere e Vito Mazza, mentre ha ottenuto i domiciliari l’imprenditore di Manduria Pietro Pedone, che era in carcere. Per ora è stato depositato solo il dispositivo del provvedimento, ma le motivazioni si conosceranno nei prossimi giorni. Dopodomani è prevista la discussione del ricorso per altri indagati attualmente in carcere o ai domiciliari. 

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