Assunzioni dirette, e «senza alcuna pubblicità», e più in generale «un sistema per nulla trasparente di gestione dell’amministrazione» ad Atella (Potenza): sono alcuni degli elementi emersi dalle indagini condotte dai Carabinieri, che hanno portato a quattro divieti di dimora: per il sindaco, Nicola Telesca, e per tre funzionari comunali, Francesco Bonelli, Domenico Guidotti e Salvatore De Grazia, indagati a vario titolo per concorso in abuso d’ufficio, concorso in corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e concussione.
Le indagini, condotte dal Nor di Potenza e dai Carabinieri di Melfi (Potenza), sono partite da un esposto di alcuni consiglieri comunali su atti tra il 2013 e il 2017, anche per quanto riguarda la gestione di «Ama», una società a totale partecipazione pubblica del Comune per lo svolgimento dei servizi pubblici locali, che oggi si occupa anche della discarica del centro potentino. Al sindaco (eletto nel 2013 con una lista civica) vengono contestate tra l’altro due ipotesi di abuso d’ufficio collegate all’assunzione nel Comune di uno dei funzionari (con l’incarico di responsabile del settore finanziario) disposta direttamente con decreto sindacale violando, secondo quanto si è appreso, le disposizioni del regolamento comunale.
Per gli investigatori, inoltre, anche la "stabilizzazione» dell’altro funzionario sarebbe avvenuta con una «procedura selettiva solo formale». In quest’ultimo caso il sindaco avrebbe anche attribuito "un’indennità economica aggiuntiva» al funzionario che «dal canto suo, per assicurarsi l’assunzione, ometteva di comunicare i procedimenti penali pendenti a suo carico». A due degli indagati, poi, nominati presidente e consigliere del cda dell’Ama, vengono contestate assunzioni dirette nella società pubblica di persone con «vincoli di parentela con il sindaco e altri assessori», a cui si aggiungono violazioni del codice degli appalti per la gestione della discarica, affidamenti diretti di appalti a un’impresa, e pressioni per altre assunzioni a un’azienda, con la minaccia di «risolvere», in caso contrario, il contratto stesso di gestione della discarica.