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Sud Est, spettro fallimento
Bnl contraria al concordato

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Il presidente del Gruppo Fs incontra Emiliano che ribadisce la tutela di lavoratori e pendolari

Martedì 13 Giugno 2017, 09:42

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - Il Tribunale di Bari deve pronunciarsi sulla completezza formale del piano di concordato preventivo di Ferrovie Sud-Est, così da poter aprire formalmente la procedura e dare il via alla convocazione dei creditori. Ma nel frattempo la società del gruppo Fs è alle prese con l’ennesimo braccio di ferro con Bnl, il suo principale creditore: la banca che fa capo ai francesi ritiene infatti insufficiente il 48,1% offerto da Fs e, forse nel tentativo di ottenere una proposta migliorativa, ha fatto sapere che è pronta a votare contro il concordato, con l’effetto di portare la società al fallimento.

Ieri il concordato Sud-Est è stato discusso in camera di consiglio: la Fallimentare si è riservato la decisione, che in casi del genere non tarda ad arrivare. Ma, nel frattempo, Bnl aveva già esposto la sua posizione critica la scorsa settimana con una lettera alla Regione, che è stata autorizzata dallo stesso Tribunale a pagare su un altro conto corrente - diverso da quello di Bnl - i 35 milioni della prima rata del contributo di esercizio per il 2017. Bnl ha in mano un contratto di pegno su tutti i crediti di Sud-Est, firmato nel 2012, contratto che i giudici hanno sospeso per 60 giorni. Nel chiedere alla Regione di posticipare il pagamento - la banca ha presentato reclamo sulla decisione, il Tribunale si pronuncerà a breve - Bnl ha nei fatti annunciato il voto contrario.

Non è un caso se ieri mattina il numero uno di Sud-Est, Andrea Mentasti, ha incontrato il governatore Michele Emiliano. Il tema era, appunto, il timore per la tenuta della società a fronte della posizione assunta dalla banca nel concordato preventivo. Lo scontro con Bnl preoccupa il gruppo Fs, ma preoccupa allo stesso modo la Regione che - sul punto - deve garantire non solo il servizio di trasporto per i pendolari, ma anche i posti di lavoro diretti e quelli dell’indotto, ivi compreso l’appalto. È per questo che Emiliano si è detto pronto ad attivare la task force regionale sull’occupazione, mettendo in atto tutti i propri poteri in materia.

La Regione non ha poteri in questa partita, se non la possibilità di esercitare una certa moral suasion per il suo ruolo di finanziatore dei servizi e degli investimenti. Tuttavia la posizione di Emiliano è nota: il presidente chiede che sia fatta piena luce sulle cause del dissesto di una società ritenuta strategica per la mobilità dei pugliesi. Per questo, il fallimento viene ritenuto un’eventualità da evitare a tutti i costi, perché genererebbe una situazione di caos tecnico e pratico difficilmente gestibile.

Il 31 gennaio - dunque dopo la presentazione della domanda di concordato - Bnl ha incassato dalla Regione i 34 milioni dell’ultima rata del contributo 2016, riducendo la propria esposizione a circa 66 milioni. Con il concordato la banca perderebbe circa metà di una parte dei propri crediti - quelli non assistiti da ipoteca -: considerando tutti i meccanismi di recupero esistenti, si tratterebbe di circa 12-15 milioni, a fronte di interessi per circa 60 milioni incassati nell’ultimo decennio. Tuttavia, Bnl ha fatto sapere di non ritenere accettabile la decurtazione dei crediti. Forse una mossa tattica, per cercare di ottenere una proposta migliorativa. Ma il gruppo Fs, a quanto pare, non sembrerebbe disposto a modificare la proposta. E nel mezzo di questo scontro ci sono i piccoli fornitori, che nel saccheggio di Sud-Est ci rimetteranno circa 60 milioni di euro.

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