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Don Uva, i sindacati
frenano il salvataggio

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Il commissario Cozzoli ha chiesto ai dipendenti di rinunciare al pregresso. A rischio l'ingresso di Universo Salute

Venerdì 02 Giugno 2017, 12:55

BARI - I foggiani di Universo Salute dovrebbero firmare giovedì davanti al notaio l’acquisizione delle attività sanitarie di Casa Divina Provvidenza, concludendo così l’operazione salvataggio. Ma proprio in vista del traguardo è spuntata un’ultima difficoltà che riguarda il personale, destinato a dimettersi dall’ente ecclesiastico per essere riassunto dalla nuova società: i sindacati contestano la richiesta del commissario straordinario, Bartolo Cozzoli, che ha chiesto ai lavoratori di firmare la rinuncia a tutte le spettanze pregresse. E ieri hanno bloccato la sottoscrizione degli atti: nemmeno una seconda formulazione del contenuto del verbale, trasmessa in serata da Cozzoli, sembrerebbe infatti soddisfacente.

In mattinata una nota unitaria di Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Ugl e Usb aveva infatti accusato il commissario di non aver rispettato i patti. «Ai lavoratori - dice Massimo Mincuzzi della Fials - è stato richiesto di firmare verbali di conciliazione che contengono espresse rinunce non previste dall’accordo firmato in sede ministeriale». A febbraio scorso, infatti, tutte le sigle avevano dato l’assenso all’operazione al tavolo convocato al ministero dello Sviluppo economico, subordinando però l’ok a una serie di garanzie: tra queste, il fatto che sarebbero rimasti in capo all’amministrazione straordinaria tutti i crediti non ancora soddisfatti, oggetto anche di numerose vertenze. La prima bozza di verbale sottoposta ai lavoratori, dicono però i sindacati, faceva salvo soltanto il Tfr e imponeva la rinuncia a tutto il resto.

Con una nota diffusa nella serata di ieri, Cozzoli ha trasmesso una nuova versione del verbale di conciliazione, che però non ha accolto le richieste dei sindacati: chiedevano di accogliere esplicitamente il contenuto dei due punti sottoscritti al ministero in febbraio. Cosa che però il commissario non ha fatto. «Avevamo proposto una mediazione che ci sembrava ragionevole - dice Biagio D’Alberto, segretario regionale della Fp Cgil - a questo punto dovremo sentire i lavoratori».

Il rischio è insomma che l’intera operazione possa naufragare, anche perché esiste la possibilità che una parte dei lavoratori decida di firmare il verbale così come proposto (non tutti hanno interesse a coltivare vertenze sul pregresso). I tempi per arrivare al rogito notarile con Universo Salute sono molto brevi, né del resto la società foggiana può assumere impegni diversi (e più costosi) rispetto a quelli concordati. L’atto di vendita, peraltro, non concluderà l’operazione, perché sarà poi necessario ottenere materialmente dalle Regioni Puglia e Basilicata il trasferimento delle autorizzazioni all’esercizio delle sedi di Bisceglie, Foggia e Potenza dall’ente ecclesiastico a Universo Salute. Fino a quel giorno, le cliniche continueranno ad essere gestite dalla Divina Provvidenza.

L’ente ecclesiastico, come noto, ha accumulato debiti per circa 500 milioni di euro ed è al centro di un procedimento giudiziario non ancora concluso. La proposta di subentro di Universo Salute (fa capo agli imprenditori Paolo Telesforo e Michele D’Alba) è assistita da fideiussioni che coprono le retribuzioni per due anni, ma si basa anche su un importante recupero di efficienza. La partita riguarda soprattutto la Puglia, dove oggi Cdp non satura l’intero tetto di spesa: l’azienda subentrante vorrebbe poter ottenere anche gli altri 30 milioni annui teoricamente disponibili, ma sul punto la Regione non può cedere perché significherebbe caricare nuovo deficit sui conti del servizio sanitario. [m.s.]

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