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Porto Cesareo, Cc al Comune
per il giallo delle cimici nascoste

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Porto Cesareo, Cc al Comuneper il giallo delle cimici nascoste

Venerdì 24 Marzo 2017, 12:29

PORTO CESAREO - Microspie nel Comune, la Procura di Lecce indaga. Il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ha affidato una delega ai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Campi per fare luce sulle cimici trovate negli uffici comunali. E ieri mattina, i militari di Campi e quelli di Porto Cesareo hanno eseguito un sopralluogo negli uffici in cui sono state trovate le apparecchiature. Il Comune, d’intesa con la Procura, intende effettuare una bonifica degli uffici alla ricerca di eventuali altre cimici.
La storia di spionaggio in chiave cesarina è iniziata lunedì 20 marzo. Alcuni operai, durante un trasloco, hanno notato un misterioso apparecchio nascosto dietro un armadio. Da quel momento il nome del piccolo comune jonico è rimbalzato nei notiziari di tutta Italia. Inevitabile lo stato di preoccupazione rapidamente propagatosi in tutti gli uffici comunali. E così, nella stessa mattinata, è stato ritrovato anche il secondo dispositivo. Sempre dietro un armadio. I mobili stavano per essere spostati al piano superiore, nell’ambito di un generale riposizionamento degli uffici pubblici. Tra le poche certezze, il fatto che le microspie sarebbero state posizionate dopo l’estate 2016, considerato che a settembre sono stati effettuati interventi di pitturazione delle pareti e i locali erano stati svuotati.
I piccoli registratori si trovavano negli uffici dei settori Lavori Pubblici e Urbanistica, rispettivamente guidati dai dirigenti Tarcisio Basile e Luigi Stefanelli. Da quel momento, nonostante il grande clamore e le richieste di chiarimenti avanzate dall’opposizione, sono trapelate pochissime notizie ufficiali. Secondo alcune indiscrezioni potrebbero esserci altri strumenti di registrazione. Sul terrazzo, inoltre, sarebbe stata rinvenuta una antenna “di troppo”. Che sia stata utilizzata per inviare il segnale audio captato dalle microspie? Si tratta solo di una ipotesi ma induce a pensare a una “base d’ascolto” nelle immediate vicinanze del Comune. Il materiale rinvenuto è stato sequestrato e analizzato dai periti informatici delle forze dell’ordine. Si tratterebbe di strumentazione semi-professionale.
Ieri, dicevamo, i carabinieri hanno effettuato un ulteriore sopralluogo e iniziato ad ascoltare i dipendenti del Comune. Gli interrogativi sono tanti. Al momento, gli inquirenti non escludono nessuna ipotesi. Chi ha nascosto le due microspie potrebbe aver agito spinto da motivazioni personali oppure per interessi nei procedimenti comunali. Il sindaco Salvatore Albano, dopo alcune brevi dichiarazioni, attende l’esito delle indagini. I consiglieri comunali Monica Viva e Luigi Fanizza (Idea Aurora), nella serata di lunedì, hanno protocollato una interrogazione consiliare chiedendo che la delicata questione venga affrontata in consiglio comunale. La spy-story sembra solo all’inizio. [a.f.]

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