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«Dark web e cripto valute
ecco la criminalità 3.0»

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

«Dark web e cripto valuteecco la criminalità 3.0»

Il comandante delle unità speciali delle Fiamme gialle: il cuore della Piovra resta finanziario

Venerdì 24 Marzo 2017, 09:41

21:35

GAETANO CAMPIONE

In Italia siamo educati a trovare scorciatoie e strade più facili da percorrere. Un po’ per arrangiarci sempre e comunque, un po’ perché l’educazione al rispetto delle regole e alla legalità sembrano non far parte del Dna del Belpaese. Ma la furbizia e il compromesso, in certi settori, alimenta la corruzione.
La Guardia di Finanza, con le sue Unità speciali al comando del generale Gennaro Vecchione, è impegnata in prima fila a combattere il virus del malaffare.

Generale, non basta reprimere. Serve una battaglia culturale per cambiare. Cosa possono fare gli italiani?
«Una premessa. Gli organismi internazionali ci mettono ai primi posti nella hit parade della percezione della corruzione. Solo perché la magistratura e la stampa aprono inchieste e denunciano. In altri Paesi la situazione non è questa. Altrimenti la classifica cambierebbe. Il Parlamento europeo, ad esempio, ha riconosciuto l’unicità del nostro lavoro, condotto con lealtà e professionalità. Chi, all’estero, ha una Guardia di Finanza che si occupa di questo fenomeno? Nessuno».

La prima cosa efficace che le viene in mente per combattere questo tipo di malaffare?
«La rotazione degli incarichi. La prevenzione è fondamentale. In una recente inchiesta, dalle intercettazioni, emergeva la preoccupazione di un funzionario romano, spostato da un municipio all’altro, perché doveva ricominciare da zero. E poi il conflitto di interessi: eliminare amici e amici degli amici. Naturalmente il problema in generale è molto più complesso».

Contraffazione online e pirateria digitale: come danneggiano la nostra economia?
«Innanzitutto togliendo posti di lavoro. Recentemente abbiamo individuato un server con 13 milioni di opere pirata. Ma il dato più incredibile sono i 500 milioni di utenti che attingevano il materiale. Noi siamo intervenuti anche colpendo gli introiti legati alla pubblicità: un potenziale enorme».

La sottrazione dei dati personali è diventata una miniera d’oro. Come tutelarsi?
«Prima difesa deve essere l’attenzione del cittadino. Ricordiamoci che quando si scarica una app, mettiamo a disposizione le nostre informazioni. Il consenso all’utilizzo deve essere consapevole. In questi casi ci muoviamo secondo le direttive del garante della privacy».

Ormai c’è una criminalità 3.0 che fa paura. Quali sono le nuove sfide da affrontare?
«Il dark web, quella zona pericolosa sulla quale la nostra azione di monitoraggio è ormai quotidiana. Basti pensare alle cripto valute, ai famosi bit coin. Servono per spostare somme lecite ma anche illecite».

Il punto debole della Piovra resta il suo cuore finanziario?
«L’insegnamento di Falcone e Borsellino è ancora attualissimo. Se chiudi un sito internet illegale, lo riaprono il giorno dopo. Se sgomini un clan di trafficanti, viene rimpiazzato in una settimana. Se togli i soldi, non li recuperi più».

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