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Crac Divania, il Pm insiste
«A processo Ghizzoni e Profumo»
Unicredit: la banca corretta

 
Rita Schena

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Rita Schena

Crac Divania, il Pm insiste«A processo  Ghizzoni e Profumo»Unicredit: la banca corretta

Mercoledì 22 Febbraio 2017, 18:32

23 Febbraio 2017, 09:29

BARI - La Procura di Bari ha concluso la discussione all’udienza preliminare per la presunta bancarotta fraudolenta da 198 milioni di euro contestata ai vertici di Unicredit con riferimento al fallimento della società barese Divania, insistendo sulla richiesta di rinvio a giudizio per i 16 imputati. Rischiano il processo, tra gli altri, gli ex amministratori delegati Federico Ghizzoni e Alessandro Profumo, oltre a manager e funzionari della banca, accusati di aver ingannato il titolare dell’azienda, Francesco Saverio Parisi, inducendolo a sottoscrivere 203 contratti derivati che, in pochi anni, secondo l’accusa, avrebbero portato la società al dissesto e al successivo fallimento.

Nell’udienza preliminare, in corso dinanzi al gup del Tribunale di Bari Francesco Pellecchia, la banca è costituita come responsabile civile. Il giudice ha inoltre ammesso l'integrazione dell’imputazione chiesta dal pm che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, Isabella Ginefra. L’accusa ha infatti quantificato, in 183 milioni di euro, le ulteriori somme (in aggiunta ai 15 milioni contestati in precedenza) che Unicredit avrebbe distratto dai conti correnti della società Divania, senza autorizzazione del correntista, per investirli in derivati. L’allora amministratore delegato Federico Ghizzoni, è inoltre accusato di non aver adempiuto «alla diffida di restituzione delle somme sottratte» per lo stesso importo. L'udienza preliminare proseguirà con le discussioni delle parti civili il prossimo 10 marzo.

UNICREDIT: LA BANCA È STATA CORRETTA - «UniCredit ribadisce fermamente la correttezza del proprio operato, di quello di esponenti, anche cessati, e propri dipendenti ed è convinta che ciò potrà emergere dal vaglio delle sedi giudiziarie». Lo afferma la banca in una nota nella quale ribadisce che «le vere ragioni del default di Divania sono contenute nella sentenza dichiarativa del suo fallimento del giugno 2011, confermate anche dalla Corte d’appello di Bari e nella sostanza escludono che la contestata operatività in derivati abbia potuto rappresentare anche solo una concausa del dissesto di Divania».
«UniCredit evidenzia inoltre - prosegue il comunicato - che sulla medesima vicenda Divania, nel luglio 2014, il gup del Tribunale di Bari ha prosciolto tutti i dipendenti ed ex dipendenti del Gruppo UniCredit coinvolti».
Durante l’udienza di oggi, all’esterno del Palazzo di giustizia di via Nazariantz, ha manifestato con cartelli e striscioni una delegazione di ex lavoratori dell’azienda Divania, rappresentati dalla Filca-Cisl e costituiti parte civile insieme con l’ex titolare Saverio Parisi. 

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